La richiesta della Procura di Milano è stata avanzata in merito a frode su servizi a pagamento. Gdf sequestra 249 mln
Sorpresa e incredulità nelle reazioni di Tim alla richiesta da parte della Procura di Milano di procedere al sequestro di 249 milioni di euro nell’ambito di un’inchiesta per truffa nei servizi a pagamento, che vede coinvolta appunto anche Tim.
«Tim ha appreso con sorpresa dagli organi di stampa della richiesta di sequestro, presentata dalla Procura di Milano e concessa dal Gip del Tribunale di Milano, in relazione al fenomeno delle attivazioni irregolari dei servizi di valore aggiunto, la quale interviene a oltre cinque anni dai fatti per cui si procede – si legge in una nota del gruppo – La società, sin dal 2019, non appena ha avuto contezza di irregolarità, ha proceduto di propria iniziativa a segnalare i fatti alla Procura di Roma, la quale, all’esito del procedimento, ha qualificato i fatti come truffe ai danni di Tim – continua la nota – Tim ha altresì tempestivamente adottato ogni iniziativa per tutelare la propria clientela, provvedendo, tra il 2019 e il 2020, al rimborso di tutte le attivazioni irregolari di cui ha avuto contezza e al blocco dei servizi a valore aggiunto risultati interessati da attivazioni irregolari. La società confida, pertanto, che ogni aspetto della presente vicenda sarà chiarito nei tempi più brevi».
Il provvedimento da parte della Guardia di Finanza, spiega una nota, è l’epilogo di «complesse attività di indagine che hanno ricostruito i passaggi attraverso i quali gli utenti dell’operatore telefonico Tim si sono visti addebitare, per il periodo 2017/2020, importi non dovuti per attivazioni indebite dei servizi a valore aggiunto (Vas) sul proprio dispositivo mobile. Nell’ambito del procedimento penale in trattazione, risultano indagati, per il reato di frode informatica, 23 persone fisiche appartenenti alle diverse società coinvolte».
Il filone investigativo trae origine da precedenti indagini dalle quali era emerso analogo sistema di frode dell’operatore telefonico WindTre. All’esito di questa prima fase investigativa era stato eseguito, tra gli altri, un provvedimento di sequestro preventivo per un ammontare di oltre 23 milioni di euro a carico dell’operatore WindTre.
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