
In Italia il Pmi ha segnato 48,7 punti, dai 48,5 punti del mese precedente
Risulta ancora in contrazione la manifattura in Eurozona. A febbraio l’indice PMI segna 46.5 punti da 46.1 preliminare e 46,6 precedente. Il dato è nettamente inferiore alla soglia critica dei 50 punti che fa da spartiacque tra contrazione (valori al di sotto) ed espansione (valori al di sopra).
Il calo, seppur lieve, “è stato interamente causato dalla Germania, che ha registrato il più forte peggioramento da quattro mesi”, con un relativo indice Pmi a 42,5 punti (anche se rivisto in meglio rispetto alla stima preliminare di 42,3 punti). Il dato sulla Francia è risalito a 47,1 punti (in questo caso rivisto in meglio rispetto alla stima preliminare di 46,18 punti), sui massimi da 11 mesi. Sulla Spagna l’indice Pmi manifatturiero è in territorio di espansione con 51,5 punti, il massimo da 20 mesi. Prosegue la contrazione dell’attività delle imprese manufatturiere in Italia, sebbene con una flebile attenuazione a febbraio, cui l’indice Pmi ha segnato 48,7 punti, dai 48,5 punti del mese precedente.
«La recessione che da un anno affligge il settore manifatturiero dell’eurozona sembra non avere fine. La produzione si è contratta ancora una volta, ed è principalmente attribuibile alle maggiori economie, la Germania e la Francia. La Spagna invece, è, tra le quattro nazioni principali, la prima a ritornare a crescere. Con una nota leggermente positiva, il calo dei nuovi ordini dell’eurozona in qualche modo si è indebolito, e offre un barlume di speranza», ha detto Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank, citato nello studio.
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