
Le difficoltà sui mutui spengono le compravendite immobiliari, l’81% ha interessato immobili preesistenti
Il mercato immobiliare soffre ancora dell’innalzamento dei mutui e non solo, la dinamica dei prezzi degli immobili nel quarto trimestre 2023 si sarebbe nel complesso attenuata. Anche se la domanda rimane debole, nonostante il lieve recupero rispetto al trimestre precedente, la quota di agenzie che hanno venduto almeno un’abitazione resta inferiore a quella registrata nello stesso periodo dello scorso anno, per il quarto trimestre consecutivo.
E’ quanto emerge dal sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia della Banca d’Italia, nel quale si spiega che sono prevalsi i giudizi di stabilità su 1.501 agenti immobiliari sondati dall’8 gennaio al 5 febbraio del 2024, il 65% degli agenti, mentre la percentuale di operatori che hanno riportato un aumento delle quotazioni ha continuato a ridursi, scendendo al nove per cento, circa 15 punti percentuali in meno rispetto al massimo registrato nel primo trimestre del 2022, a fronte di un 25 per cento di operatori che rilevano una diminuzione.
Circa il 40% degli agenti ha registrato una riduzione sia dei nuovi incarichi a vendere sia dei potenziali acquirenti. La difficoltà di reperire il mutuo è la causa prevalente di cessazione dell’incarico a vendere per circa un terzo degli operatori e la percentuale di acquisti finanziati con mutuo si è attestata su valori bassi nel confronto storico. Tuttavia, secondo gli operatori vi sono segnali che l’evoluzione del mercato immobiliare nei primi tre mesi del 2024 sarebbe meno sfavorevole.
Resta teso anche il mercato dello locazioni con le pressioni al rialzo sui canoni sono sostenute da una domanda robusta e da un calo dell’offerta, in parte connessa alla preferenza dei proprietari per affitti brevi.
L’81% delle vendite ha interessato immobili preesistenti e circa il 40% delle abitazioni vendute è di piccole dimensioni, ovvero inferiori a 80 mq. Gli immobili con classe energetica inferiore F-G hanno rappresentato quasi il 60% delle transazioni totali e poco meno di due terzi di quelle nelle aree urbane. Nelle aree non urbane, invece, una quota più consistente delle vendite, il 43% ha riguardato immobili con classe energetica più elevata A-E.
Al contempo si è ampliato il saldo negativo tra i giudizi di aumento e diminuzione del numero dei potenziali acquirenti rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, pur attenuandosi rispetto ai tre mesi precedenti -29 punti percentuali, da -15 nel quarto trimestre del 2022 e -40 nel terzo del 2023.
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