L’inflazione in Corea del Sud accelera più del previsto a febbraio, dopo tre mesi consecutivi di rallentamento. In particolare il dato, misurato dall’indice dei prezzi al consumo, si è attestato al 3,1%, superiore al 2,8% di gennaio e anche superiore al 2,9% previsto da un sondaggio Reuters.
L’inflazione core, che esclude i prezzi di cibo ed energia, registra un +2,5%.
Brutte notizie per la banca centrale della Corea del Sud, che è stata la prima tra le principali al mondo a fermare il suo ciclo di strette monetarie, fermando i rialzi dei tassi precedentemente lanciati per contrastare l’inflazione già all’inizio del 2023. Alla fine di febbraio l’istituto ha lasciato i tassi di interesse invariati al 3,5% per la nona volta consecutiva.
Per il 2024 l’istituto si aspetta una inflazione media del 2,6%, in linea con le previsioni di novembre, mentre il Pil sudcoreano è stimato a +2,1%.
Basata su un’economia essenzialmente agricola fino alla divisione dalla Corea del Nord nel 1948, negli ultimi decenni la Corea ha conosciuto il fiorire di un vero e proprio miracolo economico, grazie ad un attenta azione di modernizzazione iniziata negli anni ‘60 ed una politica di bassi salari e di scarsa protezione sociale, che consentirono all’industria sudcoreana di farsi strada nei mercati internazionali (basti ricordare la presenza di colossi quali Daewoo e Hyundai nel campo delle autovetture, così come Samsung e LG nel campo dell’elettronica e dei computer).