Frena l’ascesa numerica delle imprese femminili registrate in Italia nel 2023, sono 1 milioni e 325 mila, il 22% del totale del tessuto produttivo, 11 mila unità in meno rispetto all’anno precedente. Ma la notizia è che non si arresta il flusso continuo di presenza femminile in settori che tradizionalmente sono declinati al maschile, soprattutto in quelli a maggior contenuto di conoscenza.
Caratterizzato da piccola dimensione, minor produttività e maggior fragilità che si riflette nella minore speranza di vita, il mondo dell’impresa al femminile fa comunque passi avanti sul fronte del rafforzamento della struttura imprenditoriale. Altro dato interessante, il fatto che rappresenta un approdo importante per molte giovani e risulta particolarmente diffuso nel Mezzogiorno, offrendo così a tante donne un’opportunità concreta di impegno e di crescita professionale.
E’ la fotografia scattata dall’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere, realizzato con il supporto di SiCamera e Centro studi Tagliacarne. I dati saranno presentati domani a Lecce e Pisa, nelle tappe del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa, il roadshow promosso da Unioncamere con il diretto coinvolgimento dei Comitati per l’imprenditoria femminile delle Camere di commercio.
Il Giro d’Italia, che domani tocca due tappe del 2024, dopo quelle di Padova e Terni, è ora inserito nel Piano Nazionale dell’Imprenditoria femminile, progetto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e finanziato dall’Unione europea con le risorse del Next Generation EU che Invitalia, il soggetto gestore, realizza in collaborazione con Unioncamere.
«Le imprese femminili sono una realtà importante e consolidata del sistema produttivo italiano – sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete – Un universo che ha le carte in regola per continuare a crescere e rafforzarsi, anche grazie alle risorse messe in campo dal Mimit».