L’inflazione all’ingrosso in India rallenta più del previsto a febbraio, attestandosi allo 0,20% e risultando inferiore allo 0,27% registrato a gennaio. Un sondaggio Reuters condotto tra gli economisti aveva previsto un’inflazione all’ingrosso dello 0,25%.
Questo tasso di inflazione misura le variazioni dei prezzi a livello all’ingrosso, concentrandosi principalmente sui beni scambiati tra le imprese.
Il ministero indiano del Commercio e dell’Industria ha affermato che l’inflazione è stata guidata, tra gli altri, dall’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, del petrolio greggio e dell’elettricità.
L’India è un Paese molto osservato dagli analisti in questi ultimi tempi perché che sta crescendo a vista d’occhio, in rapida espansione secondo l’Fmi ed in procinto di diventare la terza economia più grande al mondo entro il 2027 secondo il ministro delle Finanze.
Non solo. Anche a livello azionario sta crescendo molto: è diventato il quarto mercato azionario a livello globale, togliendo il posto ad Hong Kong. L’India ha raddoppiato circa la sua capitalizzazione negli ultimi quattro anni grazie al boom favorito da una base di investitori retail in rapida crescita e a robusti utili societari. Il Paese si è posizionato come alternativa alla Cina, attirando nuovi capitali da investitori e imprese globali, grazie al suo assetto politico stabile e a un’economia basata sui consumi che rimane tra le principali nazioni in più rapida crescita. E’ emersa come la grande economia in più rapida crescita e sarà la terza a livello mondiale entro il 2030 secondo la stima di S&P. Questo perchè sostenendo la stabilità politica e il forte potenziale di crescita interna, il Paese si è impegnata ad aumentare gli investimenti globali nei mercati dei capitali e nella produzione industriale.