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Finanza

Come funziona il sistema della Borsa: la guida utile

Maria Lucia Panucci
16 Marzo 2024
Come funziona il sistema della Borsa: la guida utile
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La parola a Patrizia Celia, Head of Large Caps & Investment Vehicles di Borsa Italiana – Gruppo Euronext

Secondo Consob nel 2023 Borsa Italiana ha registrato una crescita significativa della capitalizzazione delle società quotate del 20,5% rispetto all’anno precedente, riportando il listino di Milano ai livelli pre-crisi finanziaria del 2008. A fine 2023 la capitalizzazione complessiva delle azioni delle società quotate a Piazza Affari è salita a 574 miliardi di euro, rispetto ai 476 miliardi registrati alla fine del 2022. Il rapporto capitalizzazione/PIL è cresciuto dal 24% al 28%, secondo i dati Istat. Ma cosa vuole dire per una società quotarsi in Borsa? Quali sono i requisiti? Abbiamo fatto il punto con Patrizia Celia, Head of Large Caps & Investment Vehicles di Borsa Italiana – Gruppo Euronext.

Partiamo dal principio. Che cosa vuol dire per una società quotarsi in Borsa? Quali sono i mercati azionari su cui quotarsi?

«La quotazione in Borsa rappresenta un’opzione strategica che consente alle imprese di perseguire diversi obiettivi: dal finanziare la crescita, al riassetto dell’azionariato, alla gestione dei passaggi generazionali, dall’attrazione di risorse qualificate, all’aumento della visibilità. Ciascuna società può modellare la propria IPO (Offerta Pubblica Iniziale) sulla base delle proprie esigenze e dei propri azionisti, scegliendo di ricorrere alla quotazione per finanziare la propria crescita sostenibile o per liquidare, completamente o in parte, l’investimento degli azionisti. Qualunque sia l’utilizzo dei proventi raccolti dalla quotazione tutte le imprese hanno poi  l’opportunità di beneficiare di una migliore governance, una maggiore capacità di attrarre e ritenere talenti, un continuo confronto con analisti e investitori di mercato con cui affinare la propria strategia. Borsa Italiana,  dal 2021 parte del Gruppo Euronext, la principale infrastruttura di mercato paneuropea che gestisce i 7 mercati di Amsterdam, Bruxelles, Dublino, Lisbona, Milano, Oslo e Parigi, ha nel tempo sviluppato mercati azionari e obbligazionari disegnati per grandi, medie e piccole imprese. Oltre 9.000 fondi, facenti capo a oltre 2.000 case di investimento da tutti i continenti, investono stabilmente sul mercato azionario italiano, garantendo alle grandi imprese con radici italiane e leadership globale l’accesso ai più importanti pool di liquidità internazionali. Circa il 40% del valore detenuto dagli investitori stabilmente presenti nelle società parte dell’indice FTSE MIB ha sede negli Stati Uniti, seguono Europa Continentale (20%) e UK (19%). Il mercato azionario regolamentato Euronext Milan (Mercato Principale) garantisce a imprese e investitori i migliori standard di ammissione e negoziazione, un’efficiente integrazione delle filiere di trading e post-trading, uno dei più alti tassi di rotazione delle azioni quotate a livello mondiale. Grazie a tali caratteristiche le grandi imprese italiane hanno a disposizione un efficiente mercato di quotazione capace di valorizzare al meglio le eccellenze del tessuto imprenditoriale italiano. I 40 titoli componenti l’indice principale registravano a fine febbraio una capitalizzazione aggregata di oltre 700 miliardi di Euro e una capitalizzazione media di 17.5 miliardi di Euro. Il segmento STAR del Mercato Principale garantisce adeguata visibilità finanziaria alle eccellenze imprenditoriali di media dimensione, che si impegnano a rispettare requisiti più stringenti in termini di liquidità, trasparenza e Corporate Governance. A fine Febbraio 2024 sono 71 per una capitalizzazione aggregata di oltre 48 Miliardi di Euro e una capitalizzazione media di €678 milioni. Il mercato Euronext Growth Milan costituisce un’opzione di crescita strategica per le imprese di piccola dimensione, permettendo un approdo graduale al mercato dei capitali, calibrato sulla struttura della PMI, grazie a un approccio regolamentare equilibrato attraverso la figura dello Euronext Growth Advisor. A febbraio 2024 le società quotate su Euronext Growth Milan sono 203, per una capitalizzazione aggregata di 8 miliardi di Euro ed una capitalizzazione media di 40 milioni di Euro. Dal lancio del mercato nel 2009, sono state ammesse 300 società, per una raccolta complessiva in IPO di circa 6 miliardi di Euro – di cui 128 da inizio 2020, per una raccolta complessiva di 2.1 miliardi di Euro».

Ci sono dei costi di quotazione? 

«Diversamente dal finanziamento bancario, i costi di quotazione vengono sostenuti una sola volta, ma danno accesso al mercato dei capitali in via permanente. Spesso una quota fa riferimento a investimenti necessari per migliorare la capacità competitiva della società e affrontare con una struttura più solida le sfide della crescita. Si pensi, ad esempio, ai costi di adeguamento dei sistemi di pianificazione e controllo. È importante, pertanto, considerare congiuntamente i costi e i benefici della quotazione e distinguere i costi dagli investimenti. I costi strettamente legati alla quotazione variano in relazione al mercato di quotazione, alla struttura, alla dimensione, al settore e alla complessità dell’azienda, alla dimensione dell’offerta e alla composizione del team di advisor. Recentemente, è stato confermato il Bonus IPO, il credito di imposta del 50% fino ad un importo massimo nella misura di € 500.000 per costi di consulenza, sostenuti fino al 31 dicembre 2024, finalizzati alla quotazione in Borsa delle PMI italiane».

Qual è l’iter, le varie fasi?

«Il processo di quotazione dipende dal mercato selezionato. In generale, la quotazione richiede una fase di preparazione della società, una fase istruttoria in senso stretto e una fase di confronto con analisi e investitori. La quotazione è un’operazione di natura straordinaria per la società, ma si tratta di un’operazione ordinaria per i professionisti specializzati di cui la società inizia ad avvalersi. Nella fase di preparazione ci si sofferma sulla strategia, sul posizionamento competitivo, sul business model dell’impresa e sulla sua capacità di generare valore. Si procede, laddove non sia stato già fatto, alla certificazione dei bilanci, all’identificazione del perimetro di quotazione e alla predisposizione del piano industriale. Si definisce il governo societario e si procede all’eventuale adeguamento della struttura manageriale. Il processo istruttorio in senso stretto è molto rapido sul mercato EGM e adattabile alle esigenze della società, con la comunicazione di pre-ammissione che può avvenire entro 10 giorni prima del momento in cui ci si attende l’ammissione e la domanda di ammissione entro massimo 3 giorni prima. E’ possibile andare in quotazione a seguito della pubblicazione di un documento informativo. Il processo istruttorio sul mercato regolamentato è, in un certo senso, capovolto. A seguito di domanda formale con cui la società richiede l’ammissione alle negoziazioni sul mercato regolamentato e l’approvazione del prospetto informativo, le autorità competenti Borsa Italiana e Consob, per società di natura giuridica italiana, hanno 60 giorni per completare le proprie istruttorie. Parte importante dell’iter di quotazione è rappresentata dal cosiddetto roadshow di IPO, durante il quale i vertici della società incontrano gli investitori per spiegare le caratteristiche peculiari del proprio business model, del proprio posizionamento competitivo e della propria strategia di crescita. Il prezzo di IPO viene definito dall’incontro tipico tra domanda e offerta: i prezzi a cui gli investitori sono disposti a comprare determinati quantitativi di azioni e la forchetta di prezzo a cui gli azionisti e la società sono disposti a vendere».

Ultimamente diverse aziende stanno operando il delisting, perché si arriva a questa scelta? Cosa significa?

«I delisting sono un fenomeno ciclico, fisiologico sui mercati e fanno parte della vita di una società quotata. Non è una tendenza solo italiana e non per questo è un fenomeno da sottovalutare. Ogni delisting è una storia a sé e risponde a esigenze dell’emittente da valutare caso per caso. L’importante è che il mercato rimanga attrattivo per nuove quotazioni. La decisione di procedere con un delisting può rispondere a esigenze specifiche della società o dei propri azionisti. Può, ad esempio, avvenire a seguito di acquisizioni o aggregazioni che consentono di aumentare la dimensione complessiva della società o di riorganizzare il business o a seguito della decisione degli azionisti di riferimento di passare il testimone».

E’ chiaro quindi che quotarsi in Borsa può rappresentare per le aziende un ottimo modo per crescere non solo a livello nazionale ma anche internazionale. E’ una scelta che va ponderata con attenzione ma, se gestita in modo corretto e consapevole, può offrire numerosi vantaggi, non soltanto per le grandi imprese più strutturate, ma anche per quelle più piccole.

 

 

 

FOTO: IMAGOECONOMICA
  • borsa italiana
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  • delisting
  • quotarsi in borsa

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