Donald Trump, in corsa per la Casa Bianca come rappresentante dei repubblicani, avrebbe dovuto impegnare beni immobili se fosse stato “veramente incapace” di garantire il pagamento della cauzione da 454 milioni di dollari inflittagli nella sentenza civile per frode, come da lui stesso confermato. Queste le osservazioni dell’ufficio del procuratore generale di New York che ha sottolineato, invece, che Trump ha affermato che era “impossibile” per lui ottenere dei fondi utilizzando le sue proprietà, senza fornire alcuna prova concreta a riguardo.
L’ufficio del procuratore ha sottolineato questi punti come parte di una tesi più ampia secondo cui Trump non ha realmente esaurito tutte le sue opzioni per ottenere dei fondi. Invece, hanno suggerito che Trump e i suoi avvocati stanno cercando di far pensare che per loro sia di fatto impossibile trovare soldi per adempiere ai loro obblighi. Lo scopo sarebbe quello di convincere i giudici a congelare la sentenza.
Intanto gli avvocati di Donald Trump chiederanno alla Corte suprema statale di New York il blocco di pagamento ed interessi della sanzione. Attualmente la scadenza è fissata al 25 marzo: entro questo termine l’ex presidente ha due possibilità, trovare i soldi per pagare oppure si vedrà pignorati beni e proprietà per l’equivalente della somma parte della procura di New York.