Clima teso in Confindustria, al Consiglio Generale oggi dopo il ricordo ai probiviri, suo e di Federacciai, inviato da Antonio Gozzi, nella giornata di ieri per chiedere la riammissione della sua candidatura alla prossima presidenza. E’ una elezione del presidente piuttosto tribolata quella di Confindustria questa volta.
Per Gozzi una “realtà matematica dimostrerebbe il raggiungimento del 25% di consenso“, cosa che avrebbe comportato l’ammissione di diritto al voto del 4 aprile.
La risposta dei probiviri avrebbe sottolineato – sempre a quanto si apprende – che ogni valutazione è di competenza della commissione dei saggi che oggi, con in consiglio, hanno confermato l’ammissione solo di Edoardo Garrone e Emanuele Orsini.
Già nei giorni scorsi si respirava un clima di tensione, con i sostenitori di Gozzi che hanno fatto sentire il proprio disappunto. Era salita la protesta dopo che il candidato da loro sostenuto era stato tagliato fuori per presunte irregolarità formali. Si è parlato di una vera e propria rivolta in Confindustria, dove i toni si sono accesi e si è gridato alla forzatura con l’esclusione dell’uomo che rappresenta l’industria dell’acciaio in Italia.
Dopo aver sentito vociferare per giorni di un possibile ricorso, sembra essere arrivato il momento. Era chiaro che Antonio Gozzi e i suoi sostenitori non si sarebbero arresti alle decisioni dei saggi.
«Quando vedremo quali sono le motivazioni useremo le regole della giustizia interna di Confindustria per tutelare non tanto il mio diritto quanto di tutti quelli che mi hanno espresso consenso in queste in queste settimane in questi mesi», dice l’industriale Antonio Gozzi, ai giornalisti, lasciando via dell’Astronomia, riguardo l’esclusione della sua candidatura alla presidenza di Confindustria.
Alla domanda ripetuta dei giornalisti lì presenti sulla possibilità dio presentare ricorso in magistratura, Risponde con un semplice “Vedremo“. Senza lasciar trapelare ulteriori possibili passi e decisioni in merito.