Il numero di americani che hanno presentato nuove richieste di sussidio di disoccupazione è diminuito inaspettatamente la scorsa settimana, suggerendo che la crescita occupazionale è rimasta forte a marzo. Le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione statale sono scese a 210.000 unità per la settimana terminata il 16 marzo dalle 212 mila precedenti. E’ quanto ha detto oggi il Dipartimento del Lavoro. Gli economisti intervistati da Reuters avevano previsto 215.000 sinistri nell’ultima settimana.
La resilienza del mercato del lavoro sta contribuendo a sostenere l’economia, che continua a superare i suoi concorrenti globali. Nonostante una raffica di licenziamenti di alto profilo all’inizio dell’anno, i datori di lavoro hanno in gran parte accumulato manodopera dopo aver faticato a trovare lavoratori durante e dopo la pandemia di COVID-19.
Nel pieno della pandemia gli Stati Uniti avevano registrato un massimo di 6,9 milioni di nuove richieste settimanali. Il numero complessivo dei lavoratori che ricevono i sussidi di disoccupazione – relativo alla settimana terminata il 2 marzo, l’ultima per la quale è disponibile il dato – è aumentato di 4.000 unita’ a 1.807.000 unità.
Negli USA l’indice Philly Fed segna +3.2 punti a marzo da -2.3 atteso e -5,2 precedenti. Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste, viceversa un indice sotto lo zero indica il prevalere del numero di imprese pessimiste. È stato il secondo mese consecutivo con un numero positivo e solo il quinto livello espansivo da maggio 2022.
Mentre la maggior parte delle aziende ha segnalato continue pressioni inflazionistiche, l’indice dei prezzi pagati ha registrato il suo valore più basso da maggio 2020, in calo di 13 punti a 3,7. L’occupazione è rimasta negativa a -9,6 mentre i nuovi ordini hanno mostrato una crescita per la prima volta da ottobre.