La rivoluzione dell’energia pulita affronta un ostacolo nascosto: i minerali critici. Essenziali per veicoli elettrici, microchip e pannelli solari, sono controllati principalmente dalla Cina.
Stati Uniti e UE stanno sviluppando però iniziative per rafforzare i loro legami con i fornitori in nazioni ricche di risorse. Si tratta infatti di un settore molto proficuo: l’Agenzia internazionale per l’energia prevede una raddoppiata domanda di questi minerali energetici puliti entro il 2040 con l’Accordo di Parigi sul clima.
Non esiste un elenco universalmente standardizzato di minerali critici, ma tra i metalli presenti negli elenchi di tutte e tre le regioni ci sono litio, cobalto, grafite, rame, tungsteno, alluminio e terre rare.
La Cina è il più grande produttore mondiale di minerali critici che servono per raggiungere emissioni nette zero entro il 2050. Produce il 60% di tutte le terre rare per smartphone e computer, controlla il 13% del mercato del litio, il 35% del nichel mondiale, il 58% del litio raffinato e il 70% del cobalto (Visual Capital). Attualmente gli USA dipendono al 100% dalle importazioni di manganese e grafite e per il 76% dal cobalto. L’Europa dipende per il 98% dalla Cina per le terre rare, secondo i dati Bloomberg. Tutto ciò è aggravato dal fatto che Pechino sta bloccando le esportazioni di metalli come il gallium, la grafite e il geranium che sono indispensabili per la trasformazione tecnologica americana ed europea.
Proprio per questo, nonostante l’attuale vantaggio cinese, USA ed UE stanno cercando di ridurre la loro dipendenza dalla Cina, compiendo passi enormi verso un mercato più equilibrato, identificando ben dodici progetti di cooperazione sui metalli critici. L’UE ha istituito il Critical Raw Materials Club come cartello di acquirenti per avere maggior controllo sugli approviggionamenti. Ed insieme agli Stati Uniti stanno stringendo alleanze con altri Paesi all’avanguardia, come Corea del Sud e Giappone, per massimizzare la cooperazione nella domanda e offerta di metalli critici, e quindi per evitare shock del supply chain.
Insomma con l’intensificarsi della competizione globale per i minerali critici, la collaborazione USA-UE rappresenta un passo indispensabile verso un mercato più equilibrato e sicuro per le tecnologie energetiche pulite con l’obiettivo di rilanciare i mercati dell’approvvigionamento dei metalli strategici, sfidando la leadership cinese e spezzando una dipendenza quasi assoluta.
DI ANDREA ZANON
Consigliere con esperienza in istituzioni internazionali a Washington e gestore di rischio nei paesi della lega araba