La Cina si è impegnata a trattare le aziende straniere allo stesso modo delle imprese nazionali, nel tentativo di attrarre maggiori investimenti, cooperazione e competenze dall’estero, il tutto mentre la più grande economia asiatica sta cercando di rafforzare le proprie catene industriali. «La Cina garantirà pienamente il trattamento nazionale alle aziende straniere, in modo che un numero maggiore di aziende straniere possa investire in Cina con fiducia e tranquillità», ha affermato il vice ministro del Commercio Guo Tingting al China Development Forum di Pechino iniziato ieri. Guo non ha fornito dettagli su come la Cina garantirà il “trattamento nazionale”, o la parità di trattamento tra gente del posto e stranieri secondo i principi dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Ma da anni le aziende occidentali lamentano la disparità di accesso alla Cina, un vasto mercato di consumo e anche fornitore globale di materie prime e componenti.
L’introduzione di una più ampia legge anti-spionaggio, i divieti di uscita e le incursioni nelle società di consulenza e di due diligence hanno ulteriormente raffreddato gli afflussi di fondi esteri. Lo scorso anno gli investimenti diretti esteri in entrata si sono contratti dell’8%. Il tutto a vantaggio dell’India che ha superato Hong Kong diventando il quarto mercato azionario più grande al mondo.
Ieri il premier Li Qiang ha affermato che la Cina continuerà gli sforzi per costruire un ambiente imprenditoriale di prima classe e per accogliere le imprese di tutto il mondo che investono nel paese.
Secondo Kristalina Georgieva, direttrice generale del Fondo monetario internazionale, la Cina si trova di fronte ad un bivio: “fare affidamento sulle politiche che hanno funzionato in passato, oppure aggiornare le proprie politiche per una nuova era di crescita di alta qualità”, ha detto al China Development Forum di Pechino. «Con un pacchetto completo di riforme a favore del mercato, la Cina potrebbe crescere molto più velocemente rispetto a uno scenario di status quo», ha affermato, secondo le osservazioni preparate dal FMI, spiegando che ciò potrebbe scatenare una crescita che “parirebbe a un’espansione del 20% dell’economia reale nei prossimi 15 anni – in termini odierni, sarebbe come aggiungere 3,5 trilioni di dollari all’economia cinese”.
Al World Economic Forum di Davos all’inizio di quest’anno Georgieva aveva delineato alcune sfide a breve e lungo termine che la seconda economia mondiale deve affrontare, avvertendo che la Cina aveva bisogno di riforme strutturali per accelerare la crescita dopo che a novembre il FMI aveva dichiarato di aspettarsi una crescita dell’economia cinese del 4,6% nel 2024 , avvertendo delle continue difficoltà nel settore immobiliare.
Ieri Georgieva ha evidenziato le “sfide a breve termine più urgenti” per la Cina, che includono “la transizione del settore immobiliare verso una base più sostenibile e la riduzione dei rischi del debito pubblico locale”. Per evitare questo scenario, la Cina dovrà adottare “passi decisivi” per completare le case non finite abbandonate da costruttori in bancarotta e per ridurre i rischi derivanti dal debito del governo locale. In questo modo il Paese potrebbe “aumentare la fiducia dei consumatori e degli investitori”. «Una caratteristica chiave di una crescita di alta qualità dovrà essere una maggiore dipendenza dai consumi interni – ha affermato. – Ciò dipende dall’aumento del potere di spesa degli individui e delle famiglie»
In questo contesto si cerca di migliorare i rapporti Usa-Cina. E la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen tornerà per questo scopo a Pechino ad aprile. Lo riferiscono due alti funzionari del governo americano a Politico. Si tratta del secondo viaggio a Pechino di Yellen in pochi mesi, dopo la visita a luglio che ha portato alla creazione di gruppi di lavoro economici e finanziari per “discussioni oneste e sostanziali” sulle questioni che dividono Stati Uniti e Cina.