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Impresa

Lotta alla contraffazione, AI e LLM tra gli strumenti di Amazon contro i falsari

Maria Vincenza D'Egidio
26 Marzo 2024
Lotta alla contraffazione, AI e LLM tra gli strumenti di Amazon contro i falsari
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L’azienda fa uso di machine learning e large language model per bloccare chi cerca di vendere prodotti che non sono quello che sembrano: oltre 700mila i truffatori individuati prima che potessero agire

Neppure un colosso come Amazon è immune alla piaga della contraffazione: ogni anno, l’azienda di Seattle è alle prese con il contrasto di chi cerca di vendere o anche arriva a vendere sulla sua piattaforma prodotti che imitano altri prodotti, di marchi falsi che ricordano quelli veri, provocando un danno sia per le aziende sia per i consumatori. Oltre che per la reputazione della stessa Amazon.

A dimostrarlo ci sono i numeri del suo quarto Report sulla Protezione dei marchi, riferito al 2023: in totale, la compagnia fondata da Jeff Bezos ha confermato l’investimento da 1,2 miliardi di dollari e l’impegno di oltre 15mila persone, compresi esperti di machine learning, sviluppatori software e addirittura investigatori, dedicate a proteggere i clienti, i marchi, i partner di vendita e il suo store, appunto da contraffazioni, frodi e altre forme di abuso.

A sfogliare il documento di una trentina di pagine, che la redazione di Italian Tech ha potuto leggere in anteprima, il numero fondamentale che emerge è 700mila: sono i tentativi di creare nuovi account di vendita che, nel solo 2023, Amazon è riuscita a individuare e bloccare prima che pubblicassero una sola offerta di vendita. E’ confortante, così come lo è sapere che il dato è in calo rispetto agli 800mila tentativi del genere del 2022, ai 2,5 milioni del 2021 e ai 6 milioni del 2020.

Altri passaggi interessanti riguardano il fatto che, sempre nel solo 2023, Amazon sia riuscita a identificare, sequestrare e smaltire in modo appropriato dunque riducendone l’impatto sull’ambiente, oltre 7 milioni di prodotti contraffatti in tutto il mondo, impedendo che danneggiassero i clienti, che così non hanno comprato una cosa credendola un’altra, o  venissero venduti in altri punti della catena di approvvigionamento.

Non solo, sempre nell’anno appena trascorso, l’azienda di Seattle ha anche rafforzato la collaborazione transfrontaliera in materia di anticontraffazione con i marchi e le forze dell’ordine della Cina, cosa che ha portato a più di 50 operazioni condotte in questo campo e all’identificazione e all’arresto di oltre 100 fra produttori, fornitori o distributori di prodotti contraffatti. Complessivamente, dal debutto nel 2020 a oggi, la Counterfeit Crimes Unit di Amazon ha perseguito più di 21mila malviventi attraverso contenziosi legali e denunce alle forze dell’ordine.

Lo scopo è ovviamente quello di creare e mantenere uno spazio online sicuro sia per chi compra, a prescindere dal fatto che l’oggetto sia venduto da Amazon o da terzi, sia appunto per chi vende, cioè non solo i singoli brand ma pure le milioni di attività che hanno vetrine virtuali anche su Amazon.

Per riuscire in questo compito, oggettivamente non semplice, l’azienda usa strumenti vecchi, nuovi e nuovissimi, compresi procedimenti evoluti di verifica delle immagini e dei video per individuare eventuali documenti falsi, di chi chiede di poter vendere su Amazon e anche machine learning, computer vision e large language model per verificare la veridicità dei prodotti, delle forme, dei modelli e dei loghi.

Sta funzionando? Sì, lo dicono i dati: dal 2020, calo del 30% per i reclami presentati dai vari brand per prodotti in vendita su Amazon e appunto un numero sensibilmente minore di truffatori bloccati prima che potessero anche solo iniziare ad agire. La sensazione, secondo l’azienda, è che soprattutto “i continui progressi della tecnologia basata sul machine learning stiano dissuadendo i malintenzionati dal tentare di creare nuovi account di vendita su Amazon”.

Il problema è risolto? No, che è il motivo per cui lo stesso colosso dell’ecommerce ricorda che una delle linee di difesa deve assolutamente essere il cliente finale: come su Italian Tech abbiamo ricordato più volte, è sempre necessario fare attenzione quando si compra online, verificare che il venditore sia affidabile se il prodotto non è venduto e spedito da Amazon e soprattutto non fidarsi di prezzi troppo allettanti. Perché è purtroppo vero che se un’offerta è troppo buona per essere vera, probabilmente non è vera.

La lotta alla contraffazione è una questione globale, che riguarda tutti i canali di vendita al dettaglio. Per contrastare il fenomeno in tutto il settore, è quindi necessario che distributori, fornitori di servizi logistici, dogane e gli enti governativi lavorino insieme.

In Italia, la collaborazione con il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste nel 2021 ha prodotto l’accordo per la tutela del Made in Italy agroalimentare su Amazon che ha reso l’Italia il primo Paese al mondo in cui le Istituzioni hanno siglato un Memorandum di Intesa con Amazon per proteggere i marchi di origine, tutelare i consumatori, le imprese e prevenire la contraffazione agroalimentare:

«Abbiamo instaurato una collaborazione di lunga data con Amazon Italia nella lotta alla violazione delle indicazioni geografiche nel settore agroalimentare. Si tratta di un comparto estremamente rilevante per l’economia del Paese e per il quale l’Italia è famosa nel mondo. Ci impegniamo costantemente a tutelare gli operatori e i consumatori. Abbiamo trovato un partner importante in Amazon.

Amazon lavora in modo proattivo e reattivo per assicurarsi che il suo store sia un luogo sicuro in cui fare acquisti. Non vediamo l’ora di rafforzare ulteriormente la nostra collaborazione», ha dichiarato Felice Assenza, Capo dell’Ispettorato centrale per la repressione delle frodi e la tutela della qualità dei prodotti agroalimentari del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

La sinergia con il Ministero dell’Interno ha invece portato alla creazione, nel 2022, del Progetto FATA From Awareness To Action che ha sottolineato proprio l’importanza della collaborazione pubblico-privato per combattere una crescente interconnessione di schemi criminali, poli-criminalità e un sempre più stretto legame della contraffazione con frodi, reati economico-finanziari e reati cyber: il Servizio Analisi Criminale, Ufficio Interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, elabora strategie di prevenzione e repressione della contraffazione, con la collaborazione delle Prefetture e delle Polizie locali.

«Attori pubblici e privati sono quotidianamente impegnati per contrastare questo pericoloso fenomeno criminale anche nel settore dell’e-commerce, ed è in questo ambito che si inserisce l’importante sinergia avviata con Amazon che consente di approfondire la conoscenza del fenomeno con il comune obiettivo della tutela dei diritti di proprietà industriale e della salvaguardia dei consumatori», ha dichiarato il Dr. Stefano Delfini, Dirigente Superiore della Polizia di Stato, Direttore del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale.

Anche il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha rimarcato l’importanza di una sempre maggiore collaborazione pubblico-privato per porre fine al fenomeno della contraffazione.

«La collaborazione tra pubblico e privato per lottare efficacemente contro la contraffazione è fondamentale ed è un appuntamento che non possiamo più rinviare. La contraffazione è un sistema articolato, sempre più performante e noi, come autorità, dobbiamo rispondere con una contro spinta, attraverso un sistema altrettanto performante. Per fare questo non possiamo che unirci creando questa sinergia tra pubblico e privato, altrimenti perderemmo la battaglia», ha commentato la dott.ssa Antonella D’Alessandro, Responsabile Direzione III – Politiche e progetti per la lotta alla contraffazione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Riflettendo sull’anno appena trascorso, trovo incoraggianti i continui progressi compiuti dal nostro team nell’innalzare il livello di guardia in aree critiche per la protezione dei marchi.

Insieme, abbiamo portato avanti solidi controlli proattivi per proteggere lo store, abbiamo fornito strumenti efficaci per proteggere i marchi, abbiamo intrapreso azioni legali nei confronti dei contraffattori e abbiamo aumentato le attività di informazione rivolte ai clienti.

FOTO: Shutterstock
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