Secondo i dati Istat resi noti oggi, a marzo scende la fiducia dei consumatori da 97 a 96,5 punti. Il dato sintetizza il deterioramento sia del clima personale (da 95,2 a 94,6) sia di quello corrente (l’indice cala da 97,0 a 96,0); il clima economico rimane sostanzialmente stabile (da 102,0 a 101,9) e quello futuro registra un incremento marginale (l’indice passa da 97,1 a 97,2). «Calo atteso. Effetto bollette gas. Dopo gli inaspettati rialzi di gennaio e di febbraio, era purtroppo prevedibile una flessione della fiducia – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Avevamo denunciato un mese fa come, nonostante l’aumento della fiducia, vi fossero i primi segnali negativi premonitori, come il giudizio sulla situazione economica della famiglia, che non a caso ora peggiora ulteriormente anche a marzo: da -31,9 di gennaio a -32,2 di febbraio a -36,7 di marzo. Crolla anche il giudizio sul bilancio familiare da +17,3 a +13,7. Un andamento pessimo che certo è stato influenzato anche dall’arrivo delle prime bollette del gas del 2024, con il rincaro dovuto al rialzo dell’Iva dal 5% al 10% per i primi 480 metri cubi a al 22% per i successivi consumi. Una stangata che certo non ci voleva visto che, nonostante il calo dell’inflazione il costo della vita continua a salire».
Sul fronte delle imprese invece l’indicatore sale da 95,9 a 97,0 punti. Si registrano aumenti in tutti e quattro i comparti economici indagati, seppur con intensità diverse: nelle costruzioni e, soprattutto, nel commercio al dettaglio si registrano gli aumenti più consistenti rispettivamente da 104,3 a 105,8 e da 100,8 a 104,6; nella manifattura e nei servizi si stima una crescita più contenuta, ovvero da 87,5 a 88,6 e da 100,2 a 100,7.