Prosegue il calo degli sportelli bancari in Italia che, alla fine dello scorso anno, sono risultati oltre 800 in meno. Si può ragionevolmente parlare di desertificazione bancaria e il fenomeno sta acquisendo sempre più rilevanza.
Come si evince dalle tabelle della Banca d’Italia, il 2023 ha visto una ulteriore riduzione dai 20.985 di fine 2022 ai 20.161 di fine 2023. La diminuzione, sottolinea Via Nazionale, ha riguardato tutte le regioni ed è stata percentualmente più accentuata nelle Marche, in Abruzzo e in Sicilia.
Il 2023 registra un’ulteriore diminuzione degli sportelli bancari. Nell’anno decorso altre 826 filiali non hanno resistito alle chiusure.
La rapida avanzata della ridefinizione dell’offerta bancaria sul territorio nazionale indica che negli ultimi 8 anni si è registrato un dato incontrovertibile: il 13% dei comuni, alla fine del 2023, non ha più servizi bancari. E la situazione potrebbe ancor più peggiore se si considera che i comuni con una sola filiale sono il 24% del totale nazionale.
«Lo studio di First Cisl, che elabora i dati Bankitalia e Istat, sta ad evidenziare come aumenti anche il numero di persone che non hanno accesso ad una filiale nel comune di residenza: sono 362mila in più rispetto ad un anno fa. Sono oltre 6 milioni, invece, gli italiani residenti in comuni nei quali è rimasto un solo sportello.
A rendere più acuto il malessere sociale è la modesta diffusione dell’internet banking, sottolinea il rapporto: in Italia lo utilizza solo il 51,5% degli utenti contro una media Ue del 63,9%. Aumenta inoltre anche il numero delle imprese che hanno sede in comuni privi di sportello bancario: sono 255mila, 22mila in più rispetto ad un anno fa. Confrontando i numeri con quelli di un anno fa emerge inoltre che le chiusure non colpiscono in modo omogeneo le diverse aree del Paese».
Ai vari organi di stampa, che si sono occupati della situazione ormai sotto gli occhi di tutti, il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani ha ribadito che «l’aumento del numero dei comuni desertificati ha raggiunto ormai dimensioni da allarme sociale. Nonostante tutti i proclami sulla sostenibilità sociale, le banche italiane stanno privando dell’accesso a un servizio essenziale milioni di persone.
A pagare il prezzo più pesante – ha proseguito il leader dei bancari della Cisl – sono i fragili, anziani in primo luogo, così come le persone con un basso livello di istruzione, che hanno scarse competenze digitali. Il basso livello di utilizzo dell’internet banking rispetto alla media Ue ci dice una cosa semplice: le chiusure dipendono dalla volontà di tagliare i costi, non dalla diffusione del digitale.
Negli Usa due colossi come Jp Morgan e Bank of America stanno aprendo centinaia di filali e continueranno a farlo nei prossimi anni. È un segnale chiaro: la presenza sul territorio fa bene alla società e anche ai bilanci delle banche. È tempo che in Italia – ha rimarcato Riccardo Colombani – il problema venga affrontato dalla politica e dalle istituzioni: First Cisl è pronta al confronto».