WeWork punta ad uscire dalla bancarotta prevista dal Capitolo 11 negli Stati Uniti e in Canada entro il 31 maggio ed ha dichiarato oggi di aver negoziato una riduzione di oltre 8 miliardi di dollari, ovvero oltre il 40%, degli impegni di affitto da parte dei proprietari. Il piano aziendale post-fallimento di WeWork si basa infatti su una significativa riduzione dei futuri costi di affitto da parte dei proprietari.
Il fornitore di spazi per uffici condivisi ha dichiarato fallimento a novembre dello scorso anno.
La società sostenuta da SoftBank si è espansa a una velocità vertiginosa, ma ha accumulato perdite sui suoi obblighi di locazione a lungo termine poiché sempre più persone hanno iniziato a lavorare da casa durante la pandemia e la domanda di spazi per uffici è crollata.
Negli ultimi anni WeWork ha subito uno dei crolli aziendali più spettacolari della storia recente degli Stati Uniti. Valutata nel 2019 a 47 miliardi di dollari in un round guidato da SoftBank, la società ha tentato senza riuscirci di quotarsi in borsa cinque anni fa. La pandemia ha causato ulteriori sofferenze poiché molte aziende hanno interrotto bruscamente i loro contratti di locazione e la crisi economica che ne è seguita ha portato ancora più clienti a chiudere i battenti. Alla fine è riuscita a quotarsi in borsa nel 2021 con una valutazione molto ridotta. Il suo principale sostenitore, il conglomerato giapponese SoftBank, ha investito decine di miliardi per sostenere la startup, ma la società ha continuato a perdere denaro.