Sale in Italia il tasso dei senza lavoro. A febbraio la disoccupazione totale risulta in leggero aumento al 7,5%, segnando +0,2 punti su mese, mentre quella giovanile è al 22,8% (+0,7 punti). E’ la stima provvisoria diffusa dall’Istat.
Rispetto a febbraio 2023 calano sia il numero di persone in cerca di lavoro (-3,2%, pari a -63mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1,9%, pari a -239mila). Il tasso di inattività scende al 33%.
Rincuorano i dati sull’occupazione. Secondo le stime provvisorie dell’Istat il dato a febbraio sale e segna +0,2%, pari a +41mila unità su mese tra gli uomini, i maggiori di 24 anni e i dipendenti permanenti; cala invece tra le donne, i 15-24enni, i dipendenti a termine e gli autonomi. Il tasso di occupazione è al 61,9% (+0,1 punti). ma il tasso sale anche su anno, +1,5%, ovvero +351 mila unità. L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, a eccezione dei 15-24enni.
«L’ultimo aggiornamento dell’Istat evidenzia un inatteso aumento della disoccupazione in Italia a febbraio, un fenomeno che interrompe una serie di tre mesi consecutivi di calo. Questo incremento, che riporta i tassi di disoccupazione vicino ai livelli osservati a novembre, può essere interpretato sotto una luce diversa. Sebbene il dato possa sembrare un passo indietro, l’aumento del numero di persone attivamente in cerca di lavoro (+46.000 a 1.912.000) può anche riflettere un maggior dinamismo nel mercato del lavoro, con più individui motivati a cercare nuove opportunità oppure spinti dalla necessità di trovare impiego – afferma Gabriel Debach, market analyst di eToro. – Il dato preoccupante è l’aumento della disoccupazione femminile, che ha raggiunto l’8,7%, riportandoci ai livelli dell’ottobre scorso. La disparità di genere nel tasso di disoccupazione, con una differenza di 2,2 punti percentuali tra uomini e donne, segna un divario che non si vedeva da gennaio 2023, sollevando questioni sulla parità di accesso alle opportunità di lavoro. Parallelamente, la riduzione delle assunzioni a termine (-76.000) a favore di un incremento dei contratti a tempo indeterminato (+67.000) segnala una tendenza verso una maggiore sicurezza lavorativa. Questo spostamento è incoraggiante, ma è accompagnato da preoccupazioni relative al calo dei contratti indipendenti, un trend che necessita di un’attenta valutazione, specialmente considerando le flessioni registrate in entrambi i primi due mesi dell’anno, un fenomeno già notato nel 2021».