La Doria, gruppo leader nella produzione di derivati del pomodoro, sughi, legumi e succhi di frutta a marchio della grande distribuzione, ha chiuso il 2023 con un fatturato pari a 1,228 miliardi di euro, in aumento del 20,6% rispetto ai 1,018 miliardi di euro dell’esercizio precedente.
Questo traguardo, spiega la società controllata da Investindustrial dopo il delisting da Piazza Affari, è frutto non solo dell’aumento dei listini, ma anche di un incremento dei volumi venduti e degli ampi investimenti realizzati da La Doria negli ultimi cinque anni: circa 142 milioni di euro in totale tra 2019 e 2023, tra cui spiccano i circa 60 milioni per l’aumento della capacità produttiva e per la logistica, gli oltre 20 milioni in interventi relativi alla sostenibilità ambientale e l’efficientamento energetico e i circa 10 milioni per la digital transformation.
Per il 2024 la società ha previsto ulteriori investimenti per oltre 30 milioni nei medesimi ambiti.
«La crescita de La Doria è effetto sia della flessibilità del nostro Gruppo nel fronteggiare le sfide e cogliere le opportunità, sia della nostra capacità di adattamento alle mutevoli condizioni del mercato – ha dichiarato il Ceo Antonio Ferraioli – Abbiamo mantenuto il focus sullo sviluppo commerciale e sull’espansione dei nostri mercati principali e in parallelo abbiamo continuato a concentrarci sull’ottimizzazione degli approvvigionamenti e dei processi produttivi grazie a nuovi importanti investimenti. In questo modo siamo riusciti a migliorare l’efficienza complessiva e a mantenere una posizione solida e competitiva sul mercato».
Per quanto riguarda la composizione del fatturato per tipologia di prodotto, la Linea rossa ha raggiunto un incremento complessivo del 34%, in forte miglioramento anche la Linea legumi, vegetali e pasta in scatola a +27,5%, mentre la Linea sughi ha fatto registrare un +26,2%. Infine, la Linea frutta mostra un +0,9%, mentre le linee Trading che comprendono i prodotti che la Controllata LDH Ltd importa da terzi e commercializza sul mercato inglese, come la pasta secca, il tonno, il salmone, il mais in scatola e altri, segnano un aumento del 10,6%.
In merito alla suddivisione del fatturato per marchi, nell’esercizio 2023 il peso delle private labels ha raggiunto il 95.6%, mentre il restante 4.4% è stato generato con i marchi aziendali e con il copacking industriale
La ripartizione dei ricavi per area geografica mostra un’incidenza del mercato italiano pari al 15,5%, mentre l’export registra un’incidenza dell’84,5%. Il Gruppo esporta in 60 paesi del mondo: il principale mercato estero resta la Gran Bretagna, seguono la Germania, i Paesi Scandinavi, l’Australia e la Nuova Zelanda e i Paesi dell’Est Europa. Le vendite sul mercato estero sono aumentate del 22,6% anche grazie alla soddisfacente crescita dei volumi, mentre il mercato domestico, secondo per dimensione dopo il Regno Unito, ha registrato un fatturato in crescita dell’11%.