Salgono i redditi nominali, scende il potere d’acquisto nel 2023. Secondo i dati dell’Istat infatti il reddito disponibile delle famiglie è aumentato del 4,7%, ma al netto dell’inflazione il loro potere d’acquisto si è ridotto dello 0,5%.
«Dato pessimo, dovuto all’effetto inflazione. Nonostante il forte aumento del reddito disponibile delle famiglie, che sale del 4,7%, il rialzo dei prezzi fa scendere il potere d’acquisto degli italiani dello 0,5%. In pratica, i positivi provvedimenti del Governo che hanno rafforzato il taglio delle aliquote contributive sono stati del tutto vanificati dalla mancata lotta all’inflazione e dal fallimento del Trimestre anti-inflazione – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Il mancato rinnovo degli sconti di Draghi su carburanti e bollette della luce e del gas hanno inciso sul reddito disponibile delle famiglie in termini reali, costringendole ad intaccare i risparmi nel vano tentativo di mantenere lo stesso livello di vita, gli stessi consumi finali depurati dall’effetto prezzi».
La spesa per consumi finali cresce del 6,5% mentre la propensione al risparmio delle famiglie cala al 6,3% dal 7,8% del 2022, toccando il minimo storico dal 1995.
Il tasso di investimento delle famiglie si porta al 9,0% dal 9,2% del 2022, mentre quello legato al profitto delle imprese cala al 44,8% dopo il 45,4% registrato l’anno prima.