Sam Altman, l’inventore di ChatGPT, crea OpenAI come non profit salvo poi convertirsi velocemente al for profit e cercare in maniera aggressiva finanziatori, è entrato nella classifica dei miliardari di Forbes.
Il Ceo di OpenAI è entrato nella lista dei miliardari della rivista in 2.692esima posizione. Secondo Forbes, la ricchezza di Altman deriva principalmente dai suoi investimenti in startup, come Reddit, recentemente quotata alla borsa di New York, e la società di pagamenti Stripe, il cui valore attuale è stimato in 65 miliardi di dollari.
Il 38enne ha investito anche in imprese più recenti, come la società di energia nucleare Helion e la startup Retro Biosciences. Secondo Forbes, la sua fortuna, che comprende proprietà immobiliari in California e alle Hawaii, è stata stimata utilizzando documenti pubblici e rapporti investigativi. Altman ha insistito sul fatto che non possiede azioni di OpenAI, che si stima abbia un valore di circa 80 miliardi di dollari.
Sebbene Altman sia così giovane ne ha già vista qualcuna nella sua carriera. «Occuparsi troppo di ciò che pensano gli altri fa di te una pecora. Essere fraintesi non è una debolezza ma una forza. Tu e un gruppo di ribelli avete lo spazio per risolvere un importante problema che in altro modo non potrebbe essere risolto», scrive nel suo blog il miliardario.
Sam Altman dice come la pensa su tutto e a proposito dell’occuparsi troppo di ciò che pensano gli altri cita le memorabili parole di Coco Chanel: “Non mi interessa ciò che pensi di me. Io non ti penso affatto”.
Queste parole assumono nuovo significato da quando Samuel Altman è sotto i riflettori. Altman, 38 anni, è nato a Chicago ma cresciuto a Saint Louis, studente non laureato di computer science e matematica alla Stanford University, è il creatore di Chat GPT, il chatbot che dimostra gli impressionanti passi fatti nel campo dell’Intelligenza Artificiale di largo consumo. Un modello di linguaggio che può scrivere una lettera o una canzone o un compito al posto tuo e che è già stata vietata nelle scuole di New York.
Ha sempre professato un’intelligenza artificiale per il «bene dell’umanità», lui che ha ricevuto il suo primo Mac a otto anni e presto, racconta la madre dermatologa, imparò a smontarlo e rimontarlo alla perfezione. Quattro anni fa aveva dichiarato la sua ambizione: «Imitare il cervello umano». Così si è concentrato sulla «A.G.I. l’Artificial General Intelligence intesa come una macchina che può fare qualsiasi cosa faccia il cervello. Il mio obiettivo in OpenAi è creare una A.G.I. largamente vantaggiosa».
E proprio da OpenAI parte la rivoluzione, un laboratorio di ricerca creato con Elon Musk, suo amico, che presto abbandona il lab per seguire i progetti di intelligenza artificiale all’interno di Tesla. Per seguire bene OpenAI, Altman si dimette invece da presidente di Y Combinator, una società di venture capital che ha investito in più di 1.400 startup tra cui Airbnb, Reddit, Dropbox e Stripe. Prima di Y Combinator ha fondato Loopt, un social network che poi vende per 43 milioni di dollari.
Preliminari del classico genio della Silicon Valley che ha già un’idea da giovane e intorno ai trent’anni è già a capo di un importante progetto. Altman crea OpenAI come non profit, salvo poi convertirsi velocemente al for profit e cercare in maniera aggressiva finanziatori. Li trova. In OpenAI, da cui nasce ChatGpt, Microsoft investe un miliardo nel 2019, poi altri due miliardi secondo fonti del New York Times, poi altri 10 miliardi, cifra che dimostra come Microsoft abbia tutta l’intenzione di incrementare il vantaggio tecnologico sulle altre aziende di Big Tech come Amazon, Apple, Google.
Di lui si dice che conosca tutti e infatti colleziona amicizie eterogenee che vanno da Musk a Peter Thiel alla stilista Diane von Furstenberg che di lui dice: «Incontrare Sam è come incontrare Einstein. E’ un genio, è il maggiore punto di contatto tra futuro e passato. Penso che capisca meglio di chiunque, voglio dire meglio di chiunque io conosca, dove gli umani stanno andando. Dove va la civiltà. Forse, anche, sta creando una nuova civiltà».
Nel suo blog dà molti consigli su come creare una start up e come raggiungere il successo, una serie di regole che sono più di un decalogo. Non sono solo slogan, per ogni punto c’è un’articolata spiegazione. Uno dei 13 punti è «dover credere quasi fin troppo in se stessi». A proposito di questo requisito Altman racconta un episodio: «ricordo quando Elon Musk mi ha portato a fare un tour dello stabilimento di SpaceX molti anni fa. Ha parlato nel dettaglio su come era fatto ogni parte del razzo ma quello che è rimasto impresso nella mia memoria è l’assoluta certezza, dipinta sul suo viso mentre parlava, che lui avrebbe inviato grandi razzi su Marte. L’ho lasciato pensando che questo è il benchmark della convinzione».
Proprio dalle sue convinzioni e dalla tenacia e determinazione che trae la spinta per affrontare i successi e le cadute. La rottura e la ricucitura con OpenAI, ne sono un chiaro esempio, una storia più complicata di come appare ma coincide con la personalità che emerge dal suo blog.