«E’ una giornata estremamente importante, che ci permette di allargare l’orizzonte su una materia che è una priorità assoluta: la sfida demografica, la natalità, sono una delle principali sfide. Non vogliamo accontentarci di gestire il presente, non serve e niente se non si mette in sicurezza il futuro». Lo ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo all’incontro Per un’Europa giovane. Transizione demografica, ambiente, futuro.
«E’ un cambio di passo fondamentale quello che questo fa questo governo, rispetto al passato – ha aggiunto Meloni – Noi abbiamo fatto la nostra scelta, figlia di una visione – ha ribadito il premier – abbiamo deciso di raccogliere la sfida demografica, l’abbiamo messa al centro. Nonostante le ormai note difficoltà di bilancio ereditate da allegre gestioni che ci hanno preceduto sono stati messi in campo 2,5 miliardi di investimenti diretti, con benefici per le famiglie italiane di 16 miliardi di euro, lo dice l’Ufficio parlamentare di bilancio, che è sempre abbastanza rigido nel giudicare i provvedimenti.
La spesa pubblica finalizzata a sostenere la natalità è quella che più di tutte va considerata un’investimento di carattere produttivo, perché è un investimento sulla tenuta del nostro sistema sociale e della nostra civiltà, insomma è spesa buona, con un moltiplicatore altissimo, non può essere considerata come altre spese dei nostri bilanci. Sarà sempre più difficile garantire esercizio di un quadriennio se non ci occupiamo di quella next generation che è stata alla base dei programmi post pandemia».
«Nel rapporto di medio termine della Commissione europea l’Italia risulta il Paese che ha raggiunto il maggior numero di target – così il ministro delle politiche europee, della coesione e del Pnrr, Raffaele Fitto, intervenendo anche lui al convegno Per un’Europa giovane – Non dobbiamo certo esaltarci perché non sfugge all’azione del governo la complessità che abbiamo di fronte. C’è ancora molto da fare. Bisogna ricordare – ha sottolineato ancora – che 152 miliardi sono a debito e quindi che c’è la necessità che la spesa sia di qualità per incidere sulla crescita».
«C’è una strategia che il Governo ha messo in campo nel momento in cui il Presidente del Consiglio ha inserito la delega e la scelta dell’utilizzo delle risorse del PNRR insieme a quelle del Fondo di Sviluppo e coesione. Sono misure di intervento che puntano alla strategia complessiva che il governo sta mettendo in campo anche su questo tema: quello della demografia che è centrale. Per noi è uno degli obiettivi prioritari – ha aggiunto – all’interno del PNRR e anche delle Politiche di coesione – esistono delle misure che stiamo mettendo in campo che possono avere un approccio corretto anche guardando al tema delle aree interne».
«L’Italia è un Paese dove il rischio spopolamento rappresenta una delle questioni fondamentali su cui impegnarsi, soprattutto nei piccoli Comuni e nelle aree interne. Il governo è a lavoro per andare incontro a questo tipo di risposte – ha detto Fitto sottolineando che – lo spopolamento delle aree interne è una grandissima questione nazionale che incide e impatta su questioni fondamentale».
«Oggi abbiamo una scadenza che è quella di giugno 2026 e su quella siamo concentrati», ha risposto Fitto a chi gli chiedeva delle parole del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel su un possibile slittamento della scadenza del Pnrr.