Torna a salire il debito pubblico italiano dopo il calo di gennaio. Secondo i dati di Bankitalia è aumentato di 22,9 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.872,4 miliardi.
L’incremento è dovuto al fabbisogno (14,1 miliardi) e all’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (8,6 miliardi, a 42,8); vi ha inoltre contribuito l’effetto complessivo di scarti e premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,3 miliardi).
«Nuovo record storico! Mai il debito aveva toccato un livello così alto. Una pessima notizia, anche se il prossimo cambio di rotta nella politica monetaria della Bce potrebbe dare all’Italia un sospiro di sollievo – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Se fosse un debito a italiano si tratterebbe di una cifra mostruosa, pari a 48 mila e 687 euro, se fosse a famiglia sarebbe addirittura pari a 108 mila e 803 euro».
Entrando nello specifico l’aumento è pressoché interamente riconducibile alle Amministrazioni centrali perché quello delle Amministrazioni locali e degli Enti di previdenza sono rimasti sostanzialmente invariati.
A fine febbraio la quota del debito detenuto dalla Banca d’Italia è lievemente diminuita al 24%.