Il nucleare visto come risorsa per contrastare i cambiamenti climatici. A definirlo tale è il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin che, sottolinea, va considerato come «una scelta ecologica e una strategia efficace per supportare l’impegno italiano contro il riscaldamento globale». Il ministro ha anche aggiunto che «il governo lo sta studiando e valutando per quelli che sono gli usi futuri. Intendiamo il nucleare una energia di sostegno alle rinnovabili per dare continuità energetica».
Sarebbe l’uso dei piccoli reattori a «contribuire in maniera significativa alla sicurezza e all’indipendenza energetica del nostro Paese: il nucleare di nuova generazione potrebbe consentire di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, senza enormi sacrifici sociali e ambientali». Resta però la necessità di ridefinire le misure di controllo e le norme autorizzative.
Come ricordato sempre dal ministro, «in Europa oggi si produce il 20% dell’energia dal nucleare, con oltre 100 reattori attivi e alcuni in costruzione. In alcuni Paesi il nucleare supera il 50% del fabbisogno nazionale. Le politiche dell’Unione europea sono state tutte improntate alla sostituzione, ideologica, degli idrocarburi con l’elettrico. Ma pensare di riuscire sostituire tutti gli usi degli idrocarburi solo con le rinnovabili è un obiettivo sfidante e complesso: l’Italia ha bisogno di molta e buona energia e per far muovere tutta l’Italia con l’elettrico, senza gli idrocarburi, dovremmo da qui ai prossimi 25 anni coprire il paese con pannelli e pale eoliche. Dobbiamo andare con cautela».