All’orizzonte potrebbe non esserci alcun cambio di politica monetaria da parte della Fed e, contemporaneamente, un calo dell’inflazione. Questo, in estrema sintesi, il quadro dipinto dal vicepresidente della Federal Reserve Philip Jefferson. «La mia previsione di base continua a essere che l’inflazione diminuirà ulteriormente, con il tasso ufficiale mantenuto stabile al livello attuale, e che il mercato del lavoro rimarrà forte, con la domanda e l’offerta che continueranno a riequilibrarsi».
Jefferson ha anche aggiunto «Naturalmente, le prospettive sono ancora piuttosto incerte, e se i dati più recenti suggeriscono che l’inflazione è più persistente di quanto attualmente mi aspetto, sarà opportuno mantenere l’attuale posizione restrittiva della politica monetaria più a lungo». Sempre il vice presidente ha ricordato che «i dati sull’inflazione negli ultimi tre mesi erano superiori ai bassi valori della seconda metà dello scorso anno», mentre la crescita dell’occupazione e la spesa al dettaglio sono rimaste più forti del previsto.
«Anche se abbiamo assistito a notevoli progressi nel ridurre l’inflazione, il lavoro per ripristinare in modo sostenibile l’inflazione al 2% non è ancora terminato».
A differenza di altri funzionari della Fed, Jefferson non ha dichiarato che i tagli dei tassi potrebbero iniziare una volta che i politici avranno acquisito maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione è ancora in calo. A fine febbraio Jefferson aveva affermato che «se l’economia si evolve sostanzialmente come previsto, sarà probabilmente opportuno iniziare a ridurre la nostra politica restrittiva entro la fine dell’anno».