Le multinazionali del consumo statunitensi hanno lanciato l’allarme: i consumatori nella fascia di reddito più basso stanno continuando a sentire il peso dell’inflazione e restano estremamente selettivi negli acquisti.
Dopo la politica espansionista delle banche centrali e gli aiuti, spesso generosi, per la ripresa post-Covid, l’inflazione è tornata protagonista. Ultimamente, a seguito delle strette sui tassi di interesse, la crescita dei prezzi sembra abbia rallentato ma i consumatori avvertono ancora la pressione – e spesso i cordoni della borsa – mentre i costi continuano a salire.
Nonostante i dati macro, infatti, la pressione sui prezzi ha creato una percezione negativa sul modo in cui gli americani percepiscono quotidianamente la salute dell’economia e questo è stato confermato anche dalle rilevazioni sulla fiducia dei consumatori ad aprile che ha toccato il livello più basso dalla metà del 2022. I motivi? Le retribuzioni dei lavoratori hanno continuato ad aumentare, come evidenziato dalle statistiche sul costo del lavoro del primo trimestre. Ma lo stesso hanno fatto, parallelamente, anche i prezzi pagati dal consumatore tipico, che intaccano il reddito extra derivante da salari più alti.
Da McDonald’s l’amministratore delegato Chris Kempczinski ha dichiarato «I consumatori continuano a essere ancora più selettivi con ogni dollaro che spendono mentre si trovano ad affrontare prezzi elevati nella loro spesa quotidiana».
A questo si è aggiunta anche la considerazione dei vertici di 3M, il produttore di scotch e post-it che notano «una continua debolezza nella spesa discrezionale dei consumatori». Sebbene gli utili e i ricavi dei tre mesi abbiano superato le aspettative nel primo trimestre, il management ha dichiarato di prevedere che la spesa dei consumatori quest’anno sarà “smorzata”.
Qualche nota di speranza da Coca Cola, il management ha notato che il potere d’acquisto dei consumatori a basso reddito ha subito un duro colpo. Tuttavia, il consumatore americano nel suo complesso, a prescindere dalle fasce di reddito, “rimane in buona forma”