Il minatore canadese Barrick Gold ha battuto le stime di Wall Street per quanto riguarda l’utile del primo trimestre grazie al rally dei prezzi dei metalli preziosi durante il trimestre, aumentati di circa l’8,2% a 2.231 dollari l’oncia per merito degli acquisti delle banche centrali e sulla scia delle speranze che la Federal Reserve statunitense possa tagliare i tassi di interesse già a giugno.
E così su base rettificata la società ha registrato un utile di 19 centesimi per azione nel trimestre gennaio-marzo, rispetto alle aspettative degli analisti di 15 centesimi. I prezzi medi realizzati dell’oro sono saliti a 2.075 dollari l’oncia da 1.902 dollari l’oncia di un anno prima, mentre i costi sostenuti totali (AISC) per oncia d’oro, una metrica del settore che riflette le spese totali, ammontano a 1.474 dollari nel primo trimestre, in aumento rispetto ai 1.370 dollari per oncia dell’anno precedente.
La produzione di oro è scesa a 940.000 once nel primo trimestre da 952.000 once di un anno prima. Tuttavia Barrick ha dichiarato che prevede un aumento costante della produzione nel corso dell’anno, con la sua miniera d’oro di Pueblo Viejo nella Repubblica Dominicana in fase di avvio a partire dal secondo trimestre.
Barrick Gold Corporation è un’azienda canadese. È la più grande società di estrazione dell’oro al mondo, con sede a Toronto. La compagnia ha attività minerarie in Argentina, Australia, Canada, Cile, Repubblica Dominicana, Papua Nuova Guinea, Perù, Arabia Saudita, Stati Uniti e Zambia.