Risulta in calo la produzione industriale in Italia. A marzo l’indice in questione diminuisce dello 0,5% su mese, mentre su anno la flessione è stata del 3,5%. Lo ha reso noto l’Istat oggi, secondo cui “al netto degli effetti di calendario, l’indice complessivo prosegue la fase di flessione che si protrae da 14 mesi consecutivi. Il calo su base annua registrato a marzo interessa tutti i principali raggruppamenti di industrie”.
A livello trimestrale si registra un calo del livello della produzione dell’1,3% rispetto ai tre mesi precedenti.
«Una Caporetto! Peggio di così no si può. Non solo su base annua prosegue indisturbata la caduta, che, come rileva l’Istat, dura da 14 mesi, ma il pessimo trend riguarda anche i beni di consumo, totali, durevoli e non durevoli, che precipitano anche loro da febbraio 2023. Insomma, dati allarmanti e preoccupanti – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Secondo lo studio dell’associazione, se la produzione di marzo 2024, nei dati corretti destagionalizzati, è scesa dello 0,5% su febbraio 2024, nel confronto con gennaio 2023, ossia prima che iniziasse la discesa ininterrotta, è inferiore del 4,1%. Per i beni di consumo il gap sale al 7%, che diventa addirittura -12,1% per i beni di consumo durevoli. Insomma, un burrone. E’ evidente che se non si rilanciano i consumi delle famiglie la produzione industriale non può che andare male».
Ricordiamo che la produzione industriale, nella macroeconomia, è un’attività di trasformazione che fa uso di tecnologie, macchinari, lavoro, energia e materie prime, finalizzata alla produzione di beni su larga scala.