Il ministro di Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti ad ampio respiro risponde ai giornalisti su vari temi scomodi, su tutti la questione Sugar Tax, la tassa sulle bevande zuccherate. Sugar tax sì, sugar tax no, è una questione che il governo porta avanti da tempo, da fonti vicine a Palazzo Chigi arrivano voci di rinvio al 2025 dell’odiata e, scusate il gioco di parole amara tassa sulle bevande.
A rispondere direttamente nel merito è proprio il ministro dell’Economia Giorgetti: «Stiamo facendo esattamente in queste ore uno sforzo per cercare molto faticosamente di trovare una copertura finanziaria per rinviare l’entrata in vigore al primo gennaio del 2025, credo che alla fine ci arriveremo ma credo che non sia il tema centrale di politica economica del governo».
Altro tasto dolente e non privo di polemiche in questi giorni è la vicenda Superbonus, anche in questo caso la risposta del ministro è netta, senza troppi giri di parole con la schiettezza che lo contraddistingue.
«No, io ho messo in chiaro una cosa che forse, nonostante il dibattito di questi mesi, non è sufficientemente chiara: quella è una misura eccezionale per tempi eccezionali, come tante altre cose fatte in epoca pandemica. Finita quella ubriacatura, da questo tipo di droga economica bisogna uscire», questa la metafora del ministro Giorgetti per definire il Superbonus.
A chi, invece ha chiesto dell’ipotesi dimissioni nel caso in cui non dovessero passare le novità sul Superbonus.
«Purtroppo – ha continuato il ministro – la disintossicazione è dolorosa ma qualcuno la deve fare. Mi rendo conto che chi più ne trae vantaggi non è d’accordo, ma dalla droga bisogna uscire. Io spero che si metta un punto definitivo, però è giusto e anche mio dovere come ministro dell’Economia mettere in chiaro la situazione».
E infine l’Europa, la Bce e il taglio dei tassi di interesse che tarda ad arrivare sul piatto della discussione che ha coinvolto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
«Sono convinto che i tassi debbano scendere e scenderanno, perché questa è la logica e la realtà. Abbiamo un’inflazione che cuba ormai attorno al 2,5%’ poi ‘se si vuole arrivare alla recessione’ ma ‘non credo che sia uno scenario realistico, né per noi, né per la Bce. Quindi, da giugno io spero che cominci la discesa – aggiunge il ministro – Da questo punto di vista ognuno fa il proprio mestiere: la Lagarde fa la cattiva facendo la governatrice della Bce, io cerco di fare il cattivo difendendo gli interessi dell’Italia facendo il ministro dell’Economia».