Il più grande sindacato svedese, l’ IF Metall, ha votato a favore di uno sciopero di sei mesi dei meccanici di Tesla. Il sindacato ha incassato anche l’appoggio di altre sigle di lavoratori, un atteggiamento che ha di fatto inasprito un conflitto che l’azienda, notoriamente restia ai sindacati, sta affrontando ormai da mesi e che ha coinvolto anche realtà di nazioni vicine.
Al centro della disputa il rifiuto dell’amministratore delegato di Tesla Elon Musk di firmare un accordo di contrattazione collettiva che permetterebbe al sindacato di stipulare accordi per l’intera forza lavoro.
L’IF Metall ha confermato che 44 dei suoi membri – circa un terzo dei meccanici svedesi dell’azienda – hanno smontato le attrezzature dello stabilimento che non produce auto direttamente in Svezia.
«Lo sciopero è in corso e non ci sono segnali di un accordo nel prossimo futuro”, ha dichiarato Marie Nilsson, responsabile dell’IF Metall che ha aggiunto come Tesla abbia mostrato poca disponibilità a discutere opzioni per riuscire a giungere ad un accordo.
IF Metall non è il solo a portare avanti le rivendicazioni degli operatori. Anche Unionen, un sindacato di colletti bianchi con circa 700.000 iscritti si è unito alla lotta.
«È fondamentalmente importante proteggere il nostro sistema di contratti collettivi», ha dichiarato a Reuters Martin Wastfeldt, responsabile delle trattative di Unionen.