Frena l’inflazione negli Usa miusrata dall’indice dei prezzi al consumo. L’IPC, l’indicatore di inflazione preferito dalla Federal Reserve, è aumentato dello 0,3% nel mese di aprile, inferiore alle stime di un aumento mensile dello 0,4%. La misura è aumentata del 3,4% su base annua, in linea con le aspettative.
Anche i dati mensili e annuali relativi all’IPC core, che esclude la volatilità dei prezzi alimentari ed energetici, sono rimasti in linea. Il dato è aumentato dello 0,3% su base mensile e del 3,6% su base annua, come prevedevano gli analisti.
«Tornano le speranze di vedere più di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, dopo un rapporto sull’inflazione che potrebbe piacere ai tori del mercato azionario. Dopo una serie di letture sull’inflazione più alte del previsto, sono iniziate ad emergere le preoccupazioni per una reflazione e a svanire le attese degli investitori per i tagli dei tassi – ha commentato Bret Kenwell, market analyst di eToro. – Quest’ultimo rapporto sull’inflazione, tuttavia, è stato in linea alle aspettative e non troppo “caldo”: sebbene i prezzi dell’energia siano aumentati in aprile, i servizi di pubblica utilità, come quelli dell’elettricità e del gas, sono diminuiti, mentre la componente dei servizi, molto importante, è scesa leggermente rispetto al mese precedente. In vista del 2024, il mercato obbligazionario prevedeva addirittura fino a sei tagli dei tassi quest’anno. Ora che il mercato oscilla tra uno o due tagli, quest’ultima lettura dovrebbe far pendere l’ago della bilancia verso la seconda ipotesi, con la prospettiva di poter avere tre tagli al tasso di interesse di riferimento – in linea con le precedenti previsioni della Fed – che potrebbe guadagnare un po’ di trazione».
I dati arrivano dopo che un altro rapporto ha evidenziato un’inflazione più vischiosa. L’ indice dei prezzi alla produzione per aprile è aumentato dello 0,5%, più del previsto, sollevando timori che i tagli dei tassi della Federal Reserve possano essere ritardati.