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Tutto e' business

Il guardaroba personale di Vivienne Westwood va all’asta da Christie’s

Maria Vincenza D'Egidio
19 Maggio 2024
  • copiato!

500 capi rappresentativi di oltre 42 collezioni. Il ricavato sarà devoluto in beneficenza per le cause della stilista più punk e ribelle del costume internazionale

«L’unico motivo per cui faccio moda è fare a pezzi la parola conformismo». Ribelle, teatrale, osé, avanguardista. Ha tradotto felici accozzaglie di sonorità estreme in costume, riportato in auge corsetti e crinoline ibridando Settecento e Savile Row, e trattato gli abiti alla stregua di supporti per bricolage artistici, trasfigurando il vecchio in nuovo quando ancora non era necessità.

Sulle sue passerelle si è visto di tutto: sexy corsare a petto nudo, baci saffici in top bustier, rovinose e leggendarie cadute in marabù, tartan e décolleté figlie del demonio. Lei stessa, in barba alle bacchettone regole e grande conoscitrice del potere semiotico di vestiti e compagnia, ha utilizzato la moda per rendere visivamente e con fare critico ossessioni e drammi della società contemporanea.

A 72 anni si rasò i capelli per il cambiamento climatico e prima, nel ‘92, quando la regina Elisabetta la insignì di alta onorificenza di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, si presentò a Buckingham Palace in completo di flanella grigia con giacca e gonna a ruota, salvo poi svelare con una piroetta fronte flash dei fotografi che sotto non c’era traccia di lingerie. A suo modo, un po’ come Chanel, nonostante il paragone azzardato, anche Dame Vivienne Westwood è stata la più grande interprete del suo stesso stile: abiti scandalosi e un paio di zeppe Elevated Ghillie nel cestino e via in bicicletta in giro per Londra.

Parte di quel mitologico lessico modaiolo, tradotto su stoffa di coraggio e sfrontatezza di chi punk lo era davvero, nell’animo oltre che nel dress code, ora andrà all’incanto in quella che si preannuncia la vendita di moda più calda dell’estate 2024.

Christie’s ha infatti annunciato una grande asta del guardaroba personale di Vivienne Westwood: circa 500 capi ad abbracciare oltre quattro decenni di stile radicale, snodati in 42 collezioni che sono spaccato dei suoi più grandi successi.

Un abito della collezione Witches dell’Autunno Inverno 1983 1984, pietra miliare delle collaborazioni tra moda e arte con gli omini stilizzati di Keith Haring a stagliarsi su t-shirt e gonne che fecero impazzire anche Madonna, nonché opera prima della stilista inglese terminato il sodalizio professionale con l’impresario Malcolm McLaren. Ma anche abiti da grande soirée indossati dalla Westwood in occasione di vari eventi, o alcuni dotati di sinuosi dettagli sul décolleté e ispirati ai costumi del XVI secolo.

Ci sarà anche un abito floreale in maglia che la stessa stilista ha dichiarato essere il suo preferito, uno in velluto a coste indossato per più di vent’anni e un abito principesco parte della collezione Primavera Estate del 2011 che, con minuziosi rammendi sul punto vita, è manifesto del suo sincero attivismo contro il climate change. E d’altronde fu la prima ad ammonire il popolo di fashion addicted a ritmo di “comprare meno, comprare meglio, e in linea con il suo proselitismo in fatto di sostenibilità, molti dei capi prossimi all’asta sono riparati e rammendati.

I nerd del costume, nonché le istituzioni museali di mezzo mondo, avranno poi pane per i loro denti con le creazioni delle seminali Harris Tweed, inno alla britannicità in pura lana vergine, tinta e filata sulle Ebridi Esterne poi in pedana Westwood per l’Autunno Inverno 1987 1988, e On Liberty, quella in cui Dame Vivienne ci (ri)convinse che corsetti e faux cul fossero cosa buona e giusta, oltre a rammentarci del sex appeal dell’uniforme equestre.

A mettere all’asta gli abiti personali di Vivienne Westwood è appunto Christie’s. A selezionarli è stato lo stesso Andreas Kronthaler. L’obiettivo è raccogliere fondi per le cause di beneficenza da lei sostenute. Il ricavato dalla vendita dei suoi capi di moda, dei gioielli e degli accessori andrà infatti a beneficio della Fondazione Vivienne, Amnesty International e Medici Senza Frontiere, insieme a The big picture – Vivienne’s Playing Cards, un progetto della Fondazione Vivienne per raccogliere fondi per Greenpeace.

«Vivienne era una ribelle, un genio nato nel 1941 – ha detto Andreas Kronthaler – Una outsider che aveva una vocazione: essere differente per far esplodere il sistema. Vivienne era una pensatrice originale, la nostra eroina. Per la Fondazione Vivienne, è stata un’icona di stile durante tutta la sua vita. Il suo profondo interesse per le idee intellettuali e politiche ha influenzato la sua naturale abilità nel design di moda, dove è diventata una delle pochissime vere ideatrici. Non ci sarà un’altra Vivienne Westwood».

Le aste annunciate saranno due: una avrà luogo a Londra il 25 giugno prossimo e, in parallelo, si svolgerà un’asta online dal 14 al 28 giugno. Oltre 200 lotti, che coprono quattro decenni, saranno offerti nelle due aste, ognuno dei quali rappresenta un momento significativo nella vita e nella carriera di Dame Vivienne, con il primo look datato autunno inverno 1983-1984. Inoltre, una mostra pubblica gratuita presenterà ‘Vivienne Westwood: The Personal Collection’ presso la sede di Christie’s in King Street, sempre a Londra, dal 14 al 24 giugno.

«Il senso di attivismo, arte e stile di Vivienne Westwood è in ogni singolo pezzo da lei creato – ha sottolineato Adrian Hume Sayer, direttore delle collezioni private e iconiche di Christie’s e responsabile delle vendite – La mostra di prevendita e le aste da Christie’s celebreranno la sua straordinaria visione con una selezione di look che segnano momenti significativi non solo nella sua carriera ma anche nella sua vita personale».

FOTO: Ansa
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