Secondo quanto dichiarato dal vicepresidente della Federal Reserve Philip N. Jefferson il recente calo di alcuni indicatori chiave dell’aumento dei prezzi è incoraggiante, ma è troppo presto per sapere se l’inflazione è tornata su un percorso sostenibile verso il target del 2% fissato dalla Federal Reserve.
Nessun commento di Jefferson circa un possibile timing sul fronte del taglio dei tassi ma ha sottolineato che l’intero board della Fed valuterà attentamente i dati economici in arrivo, le prospettive e l’equilibrio dei rischi.
I prezzi al consumo sono aumentati più lentamente del previsto in aprile e la spesa al dettaglio non è aumentata, entrambi segnali positivi del fatto che l’economia USA, per quanto in salute, si stia raffreddando. I vertici, però, preferiscono restare cauti e assicurarsi che le pressioni sui prezzi siano pienamente in linea con il tasso obiettivo del 2% della Fed prima di iniziare a tagliare.
La scorsa settimana ad esprimere un parere simile è stato il presidente della Federal Reserve Bank di New York John Williams che ha accolto con favore l’arrivo di dati più moderati sull’inflazione ma ha tenuto a sottolineare che non sono comunque sufficienti per convincere la Federal Reserve a cambiare strategia sui tassi di interesse in tempi brevi. Questo perché gli ultimi dati, infatti, risulterebbero essere semplicemente “una sorta di sviluppo positivo dopo alcuni mesi in cui i dati sono stati deludenti“.
«Non vedo alcun indicatore che mi dica che c’è un motivo per cambiare l’orientamento della politica monetaria ora,- e non mi aspetto di ottenere quella maggiore sicurezza di cui abbiamo bisogno per i progressi dell’inflazione verso l’obiettivo del 2% nel brevissimo termine».