Accordo raggiunto tra l’azienda chimica tedesca BASF ed alcuni sistemi idrici pubblici statunitensi che affermavano che le “forever chemicals” PFAS (sostanze altamente tossiche), contenute nella schiuma antincendio prodotta dalla società avrebbero contaminato le loro riserve idriche. L’intesa prevede il pagamento di un indennizzo di 316,5 milioni di dollari (4 a luglio e il resto a marzo del prossimo anno) che saranno investiti in strategie per riuscire a porre rimedio alla contaminazione delle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, o PFAS.
Come detto si tratta di una classe di sostanze chimiche utilizzate in migliaia di prodotti commerciali e di consumo, tra cui schiume antincendio, padelle antiaderenti e tessuti antimacchia e che non si decompongono facilmente in natura o nel corpo umano.
BASF ha affermato in una nota che la transazione non costituisce un’ammissione di responsabilità o di illeciti e che cercherà di recuperare la transazione attraverso le sue numerose polizze assicurative.
BASF, però, non è l’unica azienda coinvolta. Nel 2023, cause legali simili hanno portato a più di 11 miliardi di dollari tra risarcimenti e accordi tra i sistemi idrici statunitensi e le principali aziende chimiche, tra cui 3M, Chemours, Corteva e DuPont de Nemours.