L’attività commerciale australiana cresce al ritmo più lento degli ultimi tre mesi, mentre rallenta il settore dei servizi. In particolare l’indice composito dei responsabili degli acquisti è scivolato a 52,6 da 53 punti secondo le stime flash della Judo Bank. Il PMI manifatturiero australiano è rimasto invece stabile a 49,6, registrando il massimo in nove mesi, mentre il PMI dei servizi è sceso a 53,1 da 53,6 punti.
Un valore PMI superiore a 50 indica un’espansione dell’attività, mentre un valore inferiore a tale livello indica una contrazione.
Warren Hogan, capo consulente economico della Judo Bank, ha affermato che i dati PMI sono “indicativi dell’attività commerciale in corso e della crescita della produzione in tutta l’economia australiana, in contrasto con la debole fiducia dei consumatori e gli indicatori di spesa“.
Paese ricco di risorse naturali e caratterizzato da un elevato dinamismo economico, dal 1992 e fino allo scoppio della pandemia da COVID-19, l’Australia ha registrato tassi di crescita economica positivi e al di sopra della media delle economie OCSE, con incrementi del 2-3% l’anno.
Come previsto dal Fondo monetario internazionale, l’economia australiana è diventata nel 2021, ed è tuttora, la 12esima economia più grande al mondo, con l’aumento di due posizioni rispetto al 2019. Pur ospitando solo lo 0,3% della popolazione mondiale, l’Australia rappresenta l’1,7% dell’economia globale. Nel 2024 il Pil sarà di circa 1.619 miliardi di euro, leggermente in calo rispetto ai 1.625 miliardi di euro del 2023.