Disco verde del Consiglio dei ministri per il provvedimento che punta a rimuovere quegli ostacoli, ricorrenti nella prassi, che determinano lo stallo delle compravendite a causa di irregolarità formali. Il governo assicura: “Non è un condono“.
«Il decreto-legge reca disposizioni di carattere urgente e di natura puntuale volte a fornire un riscontro immediato e concreto al crescente fabbisogno abitativo», recita la relazione illustrativa della bozza del decreto.
In particolare si tratta di misure specifiche finalizzate a rimuovere quegli ostacoli, ricorrenti nella prassi, che determinano lo stallo delle compravendite a causa di irregolarità formali. Pertanto appare concreta e attuale la necessità di rimuovere situazioni di incertezza giuridica in merito allo stato di legittimità degli immobili con riferimento alle cosiddette lievi difformità.
Cambi di destinazione d’uso più facili. Una nuova fattispecie di intervento di edilizia libera che include tende da sole, da esterno. Una sanatoria sui dehors realizzati durante l’emergenza Covid per finalità sanitarie, assistenziali, educative e mantenuti in esercizio.
Infatti, quasi a sorpresa entra nel testo del decreto un passaggio che prevede le strutture amovibili realizzate durante l’emergenza Covid per finalità sanitarie, assistenziali, educative e mantenute in esercizio alla data di entrata in vigore della presente disposizione possono rimanere installate in deroga al vincolo temporale in presenza di “comprovate e obiettive esigenze idonee a dimostrarne la perdurante necessità.
La bozza del Dl Casa, realizzato dal vice premier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, atteso nel Cdm di questa mattina, comprende diversi ambiti di intervento sul fronte delle difformità edilizie. Il testo, rinviato diverse volte per limarne alcuni aspetti, nella sua versione rivista trova il placet degli alleati di governo. Seppur con dei distinguo.
«Forza Italia ha già presentato al Senato due progetti per consentire piccole sanatorie. In Cdm vedremo se le norme andranno nella direzione da noi proposta. Siamo contrari a condoni senza limiti, ma è giusto essere padroni a casa propria – specifica il leader di FI e ministro degli Esteri Antonio Tajani – Un conto è una finestra – aggiunge – un altro un ecomostro in riva al mare».
Il decreto legge reca disposizioni di carattere urgente e di natura puntuale volte a fornire un riscontro immediato e concreto al crescente fabbisogno abitativo, supportando, al contempo, gli obiettivi di recupero del patrimonio edilizio esistente e di riduzione del consumo del suolo, specifica la relazione illustrativa del Dl salva-casa. Si tratta, prosegue il documento, di rimuovere quegli ostacoli, ricorrenti nella prassi, che determinano lo stallo delle compravendite a causa di irregolarità formali.
La relazione spiega che è sempre consentito il mutamento della destinazione d’uso della singola unità immobiliare e senza opere, nel rispetto delle normative di settore e ferma restando la possibilità per gli strumenti urbanistici comunali di fissare specifiche condizioni all’interno della stessa categoria funzionale e tra le categorie funzionali relative alla categoria: residenziale; turistico-ricettiva; produttiva e direzionale e commerciale.
Sul versante sanzionatorio i Comuni potranno provvedere all’alienazione del bene e dell’area di sedime, condizionando sospensivamente il contratto alla effettiva rimozione da parte dell’acquirente delle opere abusive. E’ preclusa la partecipazione del responsabile dell’abuso, specifica il testo, alla procedura di alienazione. Il valore dell’immobile è determinato dall’agenzia del territorio tenendo conto dei costi per la rimozione delle opere abusive.
«Lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto: approvato in Consiglio dei ministri il decreto salva-casa – così il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini dopo il Cdm – Tra le misure, l’inserimento nel criterio di edilizia libera per vetrate panoramiche amovibili, tende e altre opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici, l’ampliamento delle tolleranze costruttive ed esecutive, la semplificazione dell’accertamento di conformità eliminando la doppia conformità, che d’ora in poi verrà richiesta solo nei casi più gravi e la fine del paradosso del silenzio rigetto, con l’introduzione del silenzio assenso: vale a dire che se l’Amministrazione non risponde, entro i termini prestabiliti, l’istanza si considera accettata».
«Viene semplificato inoltre li cambio di destinazione d’uso di singole unità immobiliari, nel rispetto delle normative di settore e di eventuali specifiche condizioni comunali – afferma il ministro – Un decreto di buonsenso che regolarizza piccole difformità, liberando finalmente gli uffici comunali da milioni di pratiche edilizie e restituendo il pieno utilizzo degli immobili ai legittimi proprietari».
«Sono molto soddisfatto dell’intervento, una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale entrerà nelle case di milioni di italiani in maniera risolutiva. E’ una rivoluzione liberale, passiamo dal silenzio rigetto al silenzio assenso».
Per il leader della Lega Salvini: «Non è un condono, è una semplificazione, una sanatoria, di tutte le piccole irregolarità che ci sono all’interno delle case di milioni di italiani. Non si può rimanere per vent’anni ostaggio della burocrazia per una finestra di 20 centimetri, per due gradini su una scala».
Di parere opposto le opposizioni, che nei giorni scorsi hanno etichettato il provvedimento come un “condono” mascherato.