Sono distribuiti un po’ ovunque e gli automobilisti li odiano, ogni Comune ci si affida, ma sotto la voce installato per garantire la sicurezza stradale negli anni lo strumento è stato etichettato dai contrariati come macchina da soldi per fare semplicemente cassa.
Questo perché alcuni autovelox si trovano in posti improbabili e il cumulo delle multe è oramai una voce sicura nel bilancio dei Comuni. Ovviamente, pochi casi eclatanti non possono in alcun modo offuscare il velocimetro: uno dei pochi rimedi, funzionanti, alla riduzione della velocità. Semmai andrebbero regolati e prima ancora contati.
Quanti sono? Difficile stabilirlo con esattezza, considerando il fatto che non esiste un censimento ufficiale. Si parla di 11 mila autovelox, pari al 10% dei misuratori di velocità che si trovano nel mondo. Numeri, ovviamente, da verificare.
Il nuovo decreto, pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale, cercherà di fare ordine. E’ il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, che lo afferma durante un intervento alla Camera dei Deputati.
«Gli autovelox dovranno essere segnalati in anticipo nel rispetto delle distanze minime, almeno 1 km fuori dai centri urbani, e tra un dispositivo e l’altro dovranno intercorrere delle distanze specifiche stabilite in base alla classificazione della strada interessata urbana o extraurbana – e ancora sottolinea il ministro delle infrastrutture e trasporti – Saranno impiegati dove effettivamente serve».
Tra le novità sostanziali ci sono l’autorizzazione, la segnaletica e i limiti. In ordine: I Comuni dovranno chiedere al prefetto il nulla osta per l’installazione di autovelox dimostrando che la misura servirà a limitare gli incidenti dovuti alla velocità. Anche i dispositivi mobili, montati su treppiedi, utilizzati principalmente dalla Polizia locale, andranno coordinati con la prefettura. Gli autovelox dovranno essere segnalati in anticipo: 1000 metri sulle strade extraurbane, 200 sulle strade urbane a scorrimento e 75 sulle altre strade. In città stop agli autovelox sotto i 50 Km/h. Fuori dall’abitato potranno essere installati dove il limite è inferiore di oltre 20 Km a quello previsto dal Codice della strada.
«La velocità rilevata dagli autovelox sarà parametrata a quella prevista dal codice della strada in base alla tipologia di viabilità – ha aggiunto Salvini che ha proseguito – Basta con gli autovelox trappola, sì all’installazione di dispositivi nei pressi dei luoghi affollati come scuole e ospedali, ovviamente con le relative velocità ammesse. In particolare nelle strade extraurbane i dispositivi potranno essere utilizzati solo per ridurre la velocità, dove il limite è inferiore di oltre 20 Km a quello previsto dal Codice della strada».
Il nuovo testo garantisce ai sindaci un lasso di tempo di 12 mesi, dopodiché gli autovelox che non rispetteranno la norma saranno disinstallati fino al loro adeguamento. Le multe in questo anno saranno dunque valide. Ma come sostiene Luigi Altamura, comandante dei vigli di Verona e membro del Tavolo di coordinamento delle polizie locali dell’Anci.
«Se un Comune sa che quell’autovelox non risponde più alle caratteristiche del decreto sarebbe auspicabile interrompere subito le sanzioni per non porgere il fianco a migliaia di ricorsi. Resta, invece, il nodo sull’omologazione degli autovelox non affrontato dal decreto. Nessun dispositivo al momento risulta omologato e – assicura il Minsitro – il vulnus sarà sanato entro l’estate».