«Gli acquisti di asset dovrebbero rimanere parte degli strumenti delle banche centrali. Hanno svolto un ruolo importante nella stabilizzazione dei mercati finanziari nei periodi di stress e nell’aiutare le banche centrali a preservare la stabilità dei prezzi durante i periodi di bassa inflazione». Le parole da falco sono di Isabel Schnabel, membro del Consiglio direttivo della Bce in un intervento preparato per la conferenza della Banca del Giappone a Tokyo.
Secondo Schnabel in un’economia basata sulle banche come l’Eurozona, “l’esperienza suggerisce anche che altre misure, come le operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, possono fornire un sostegno sostanziale all’economia a fronte di shock disinflazionistici e instabilità, lasciando al contempo un’impronta più piccola e meno persistente, poiché possono essere invertite più rapidamente se le condizioni cambiano“.
Ma intanto dal presente si possono trarre due grandi lezioni. «In primo luogo – ha spiegato – le banche centrali potrebbero dover affrontare shock in futuro in cui la risposta politica ottimale richiede un approccio più paziente per raggiungere il loro obiettivo di inflazione in prossimità del limite inferiore effettivo, soprattutto dopo le crisi di bilancio. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio quanto le aspettative di inflazione siano sensibili alla percezione dei vincoli politici. In secondo luogo le banche centrali possono ridurre i costi degli acquisti di asset utilizzandoli in modo più mirato e parsimonioso, intervenendo con forza quando necessario ma fermandoli più rapidamente».