Le prospettive dell’economia globale sono in miglioramento ma i rischi geo-politici rimangono elevati. Questo è quanto emerge dall’ultimo report di World Economic Forum secondo cui la quota di coloro che prevedono un peggioramento delle condizioni globali è scesa dal 56% di gennaio al 17% attuali, mentre per l’Europa quasi il 70% degli economisti si attende una crescita debole nel resto dell’anno.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la quasi totalità degli economisti, il 97%, prevede ora una crescita moderata o forte quest’anno, rispetto al 59% di gennaio. Appaiono infine robuste le economie asiatiche con tutti i rispondenti che prevedono almeno una crescita moderata nelle regioni dell’Asia meridionale e dell’Asia orientale e Pacifico.
Leggermente meno ottimistiche le aspettative per la Cina con tre quarti degli economisti che prevedono una crescita moderata e solo il 4% che prevede una forte crescita quest’anno.
Ma le tensioni geopolitiche e politiche interne offuscano l’orizzonte e continuano a rappresentare un pericolo per la crescita. Circa il 97% degli intervistati prevede che la geopolitica contribuirà alla volatilità economica globale quest’anno.
«L’ultimo outlook dei capo-economisti – spiega il direttore del Wef, Saadia Zahidi – indica ben graditi ma provvisori segnali di miglioramento del clima economico globale e questo denota il panorama sempre più complesso che i leader globali devono affrontare. C’e’ un urgente bisogno di politiche che non solo mirino a rilanciare i motori dell’economia globale, ma che cerchino anche di stabilire le basi per una crescita piu’ inclusiva, sostenibile e resiliente».