Consiglio dell’Unione europea ha adottato una serie di provvedimenti il cui ultimo fine dovrebbe essere quello di bloccare le importazioni di grano da Mosca. Si tratta di una lista di tariffe particolarmente forti già prospettata a marzo sui prodotti cerealicoli importati dalla Russia e dalla Bielorussia. Nello specifico si parla di un dazio doganale di 95 euro a tonnellata per i cereali e del 50% ad valorem per i semi oleosi.
«Le nuove tariffe fissate oggi mirano a fermare in pratica le importazioni di grano dalla Russia e dalla Bielorussia nell’UE – ha commentato Vincent Van Peteghem, ministro belga delle finanze – Queste misure impediranno quindi la destabilizzazione del mercato dei cereali dell’UE, fermeranno le esportazioni russe di grano prodotto nei territori dell’Ucraina illegalmente appropriati e impediranno alla Russia di utilizzare i proventi delle esportazioni verso l’UE per finanziare la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina. Questo è ancora un altro modo in cui l’UE mostra un sostegno costante all’Ucraina».
Immediato il commento di Coldiretti secondo cui «il via libera ai dazi maggiorati sul grano russo e bielorusso è importante per salvare le aziende agricole italiane in una situazione che lo scorso anno ha visto gli arrivi di cereale dalla Russia aumentare del 1000%, con un effetto dirompente sui prezzi pagati agli agricoltori, crollati sotto il livello dei costi di produzione».
L’associazione ricorda anche l’invasione del grano duro russo che si è verificata nel 2023 e che ha portato ad un crollo del 60% del valore del grano italiano rendendo di fatto la coltivazione antieconomica «ed esponendo le aziende agricole al rischio crack, soprattutto nelle aree interne senza alternative produttive».