Nonostante il caro-vita e le incertezze geopolitiche del momento, le persone non rinunciano a viaggiare. I numeri del 2023 e le propsettive del 2024 dimostrano che il turismo è stato, è e probabilmente continuerà ad essere una delle forze trainanti della nostra economia. Gli stranieri guidano questo trend in crescita: amano l’Italia, amano il nostro cibo, le nostre bellezze e non badano a spese. Il nostro Paese continua a essere particolarmente appetibile anche per i viaggi di lavoro che la rendono una delle mete più gettonate sul fronte del turismo congressuale. Di questo e di molto altro il nostro direttore editoriale Matteo Vallero ha parlato con la presidente di Enit, Alessandra Priante, intervenuta nei nostri studi televisivi a Roma.
Presidente, quanto conta in termini economici il turismo estero in Italia e quanto spende l’Enit per la promozione del nostro Paese?
«Gli arrivi internazionali nel nostro Paese nel 2019 pesavano il 42% del totale a fronte di un 58% di turismo domestico, ora invece questo trend si sta rafforzando perché, negli anni di ripresa dopo il blocco dovuto alla pandemia, abbiamo registrato degli afflussi consistenti da parte soprattutto dell’America del Nord. A livello di numeri parliamo di un settore che incide sul nostro Pil per due cifre. Globalmente oscilla tra i 13,2% e i 13,5% con alcune regioni in cui si supera abbondamente il 20%. E’ quindi un settore chiave. Enit sul fronte della promozione si muove su moltisimi fronti. Ci sono iniziative di comunicazione marketing direttamente sulla destinanzione, ma molto di più si spende a supporto delle regioni, coordinandone la promozione. Non dimentichiamoci che in Italia il turismo è materia concorrente, di pertinenza quindi delle Regioni. Proprio recentemente abbiamo celebrato un grande traguardo: siamo primi in Europa per il turismo business e congressuale, il cosiddetto MICE. Un segno evidente di capacità dei vari operatori professionali, ma anche un dato che ci dimostra che si può far leva anche su altri tipi di mete, che non siano quelle “classiche” estive ed invernali».
In particolare quali sono i mercati esteri interessati all’Italia?
«Stiamo assistente ad un grande interesse da parte di canadesi, brasiliani, i cosiddetti “big spender”, turisti quindi alto-spendenti. Secondo noi molto ha contribuito l’iniziativa, lanciata al Ministero degli Esteri, del Turismo delle radici dove siamo andati proprio a stimolare i mercati di provenienza ricordando il legame con le proprie origini. Parliamo di generazioni che non parlano italiano, non hanno mai visto il nostro Paese ma hanno sempre sognato di venirci. Ma quale Italia? Chiaramente non Roma, non Venezia, non Milano. Molto spesso si tratta di piccoli borghi, zone interne poco note».
L’intervista completa ad Alessandra Priante (Enit) andata in oda sul canale 410 del digitale terrestre
E’ quindi questo un modo con cui state promuovendo il turismo decentrato?
«Assolutamente sì, ma dobbiamo fare di più per far conoscere aree interne del nostro territorio, tendenzialmente più difficili da raggiungere e quindi per questo anche meno note. Dobbiamo senz’altro creare una rete infrastrutturale più efficiente che consenta di raggiungere con facilità anche mete meno conosciute».
Abbiamo parlato di turismo internazionale, congressuale, anche le crociere rappresentano una voce in grande sviluppo
«In grande ripresa, mi viene da dire in realtà. Rispetto al 2019 gli ultimi dati di Clia-Cruise Lines International Association, rilasciati ad aprile, parlano di una crescita del 7% (32 milioni) e c’è una crescita prevista del 10% anche sul fronte produttivo. C’è poi tutto il tema della sostenibilità ambientale che può fare la differenza in ottica futura con gli investimenti da parte dei grandi player internazionali per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050».
Cosa ne pensa invece del problema dell’overtourism, anche in vista a breve del Giubileo?
«Purtroppo l’overtourism è il risultato di una mala gestione interna per flussi né programmati né governati, né indirizzati correttamente. Il permettere una invasione dei luoghi non controllata fa sì che i residenti, o sono molto scontenti e se ne vanno, o trasformano le loro proprietà in case per affitti brevi. Il governo italiano ha fatto moltissimo insieme all’Europa per regolamentare gli affitti brevi, anche se si tratta ormai di un modello di business che ha preso piede in modo spropositato. Per questo credo che sia necessario un dialogo costruttivo con le varie piattaforme per gestire anche il problema del turismo mordi e fuggi come quello dei tantissimi pellegrini durante il Giubileo. Sarà fondamentale creare le condizioni per farli alloggiare in zone limitrofe ma più decentrate rispetto a Roma, permettendo loro di raggiungere il centro con facilità».
Per concludere, secondo la Presidente, il driver principale che muove la crescita del settore turistico in Italia deve essere la motivazione. In sostanza è fondamentale agire sulle motivazioni che spingono le persone a viaggiare. Non esiste più il turismo di destinazione, per cui ci spostava per raggiungere quella determinata meta. Oggi ci si muove per tante ragioni, ecco perché il ministro Santanchè parla spesso di turismi, al plurale: esiste quello gastronico, dei cammini, del lusso, il ciclo turismo. Sulla base di questa consapevolezza è fondamentale lavorare sui vari prodotti, continuando a creare delle alternative sul territorio legate alla motivazione.