Bialetti, l’iconica azienda italiana con una storia centenaria nel mondo del caffè e delle caffettiere fa una scelta ecologica, abbracciando la sostenibilità, presentando gli obiettivi da raggiungere entro il 2026. Il primo step via la plastica dalle capsule del caffè per quest’anno, per evitare l’immissione nell’ambiente di oltre 40 tonnellate di plastica l’anno, pari circa a 1 milione di bottiglie da 1,5 litri.
Entro il 2024, Bialetti prevede inoltre, il lancio di una nuova e pregiata linea di caffè certificata Rainforest Alliance, offrendo ai consumatori un prodotto che unisce la qualità dei macinati Bialetti a un’impronta eticamente sostenibile. Questa certificazione è importante per la sostenibilità ambientale, favorendo un’agricoltura sostenibile e migliorando la vita degli agricoltori e delle loro famiglie.
La sostenibilità non è solo ambientale ma anche sociale: entro il 2026, Bialetti ha in programma di lavorare sul welfare aziendale per incrementare e migliorare i benefici offerti ai dipendenti. L’azienda si impegna anche attivamente a promuovere la diversità, l’inclusione sul posto di lavoro, la parità di genere e sta lavorando speditamente verso la certificazione corrispondente.
Bialetti si impegna a coinvolgere l’intera filiera sui temi ESG, attraverso audit mirati ai fornitori, al fine di promuovere una catena di approvvigionamento etica e responsabile.
«Per Bialetti, la sostenibilità rappresenta un valore fondamentale che permea ogni aspetto delle sue attività e che si traduce in un impegno nel ridurre l’impatto ambientale dei suoi prodotti e processi produttivi – afferma Anna Pasotti, presidente Comitato ESG – L’impegno dell’azienda si estende anche alla dimensione sociale e di governance, promuovendo pratiche etiche e trasparenti, sostenendo il benessere dei propri dipendenti e collaboratori e contribuendo positivamente alle comunità in cui opera. Questo, non solo riflette una responsabilità verso la società e l’ambiente ma anche una strategia aziendale volta a garantire la propria competitività nel lungo termine. il 2026 infatti è solo il primo traguardo».