L’indice mondiale dei prezzi alimentari delle Nazioni Unite è aumentato per il terzo mese consecutivo a maggio, registrando una media di 120,4 punti con un aumento dello 0,9% rispetto al livello rivisto di aprile. Lo ha dichiarato oggi la FAO secondo cui la lettura è comunque inferiore del 3,4% rispetto al livello registrato un anno prima.
Il rialzo di maggio è stato sostenuto dai prezzi dei cereali che sono aumentati del 6,3% mese su mese, tra le crescenti preoccupazioni per le condizioni sfavorevoli dei raccolti del 2024 nelle aree di produzione chiave come il Nord America, l’Europa e la regione del Mar Nero.
I prezzi dei prodotti lattiero-caseari sono aumentati dell’1,8% a maggio rispetto ad aprile, sostenuti dall’aumento della domanda di prodotti in vista delle vacanze estive e dalle preoccupazioni per un possibile calo della produzione di latte nell’Europa occidentale.
L’indice FAO dello zucchero di maggio è invece sceso bruscamente, con un calo del 7,5% su base mensile, mentre i prezzi degli oli vegetali sono diminuiti del 2,4%.
L’indice FAO ha toccato un minimo di tre anni a febbraio, mentre i prezzi degli alimenti continuavano a diminuire rispetto al picco record stabilito nel marzo del 2022, in seguito all’invasione da parte della Russia dell’Ucraina, Paese importante per l’esportazione dei raccolti.
L’utilizzo mondiale di cereali nel 2024/25 è stato visto aumentare dello 0,5% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un nuovo record di 2,851 miliardi di tonnellate, secondo la FAO. Le scorte mondiali di cereali aumenteranno probabilmente dell’1,5% rispetto ai livelli iniziali, raggiungendo il record di 897 milioni di tonnellate, ha aggiunto.