Spirit Airlines non sta prendendo in considerazione il Chapter 11 (le norme che regolano le procedure fallimentari delle aziende), nonostante il momento di difficoltà. Infatti la compagnia aerea sarebbe “incoraggiata” dal piano post-JetBlue a seguito proprio della fallita acquisizione da parte di JetBlue Airways.
A dichiararlo è il CEO Ted Christie che ha voluto precisare che la società non sta prendendo in considerazione una dichiarazione di fallimento. In realtà la società ha cambiato il suo modello di business per eliminare la maggior parte delle commissioni per il cambio volo.
Spirit ha dovuto lottare varie zavorre, in particolare con l’aumento della concorrenza statunitense e il richiamo di un motore, il Pratt & Whitney che ha messo a terra dozzine dei suoi aerei Airbus.
A questo si aggiunga anche lo sto, arrivato all’inizio di quest’anno da parte di un giudice federale che ha bloccato la prevista acquisizione di Spirit da parte di JetBlue per motivi antitrust. Una notizia che ha creato scompiglio a a Wall Street circa la capacità della compagnia aerea di far fronte al proprio debito. Dubbi che sono aumentati quando S&P Global Ratings ha declassato Spirit.
«Stiamo portando avanti con orgoglio il nostro piano poiché siamo usciti dall’accordo di fusione con JetBlue e siamo incoraggiati dai risultati iniziali del nostro piano autonomo”, ha affermato Christie durante una riunione annuale degli azionisti .