Secondo i dati resi noti oggi dall‘Istat la produzione industriale di aprile scende dell’1% sul mese precedente e del 2,9% su base annua, mentre nella media del periodo febbraio-aprile si registra un calo del livello della produzione dell’1,3% rispetto ai tre mesi precedenti.
I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+4,4%), le industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,1%) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+1,4%). Le flessioni più ampie si registrano invece nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-13,3%), nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-9,3%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-8,1%).
«Uno tsunami si sta abbattendo sulle nostre industrie. Una Caporetto! Per la 15° volta consecutiva la produzione industriale precipita nei dati tendenziali. Una situazione gravissima e allarmante alla quale si può porre rimedio solo rilanciando la domanda interna, ridando capacità di spesa alle famiglie – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Secondo lo studio dell’associazione, se la produzione di aprile 2024, nei dati corretti destagionalizzati, è scesa “solo” dell’1% su marzo 2024, nel confronto con gennaio 2023, ossia prima che iniziasse la caduta ininterrotta, è inferiore del 5,2%. Per i beni di consumo il gap sale al 6,7%, che diventa addirittura -12% per i beni di consumo durevoli. Insomma, una disfatta che riguarda tutti i comparti, ma soprattutto i beni di consumo durevoli. Un indicatore chiaro delle difficoltà in versano le famiglie».