Un applauso accoglie l’ingresso del Papa nella sala della sessione del G7 dedicata a Intelligenza artificiale, energia, Africa e Mediterraneo, aperta ai Paesi e alle organizzazioni internazionali outreach invitati al summit in Puglia. Francesco si è accomodato sulla poltrona in posizione centrale, con al fianco il presidente del consiglio Giorgia Meloni a sinistra e il presidente della Francia Emmanuel Macron a destra.
«E’ un momento storico, non ringrazierò mai abbastanza Sua Santità per essere qui, è un grande onore di avere il Papa che condividerà con noi un momento storico», ha detto il premier Meloni introducendo la sessione del G7 e visibilmente emozionata, consapevole che si sta facendo la storia.
«L’Intelligenza artificiale è uno strumento affascinante e tremendo», esordisce così Papa Francesco.
Il Papa al G7 chiede che l’intelligenza artificiale sia coniugata con l’etica. «Solo se sarà garantita la loro vocazione al servizio dell’umano, gli strumenti tecnologici riveleranno non solo la grandezza e la dignità unica dell’essere umano, ma anche il mandato che quest’ultimo ha ricevuto di coltivare e custodire il pianeta e tutti i suoi abitanti. Parlare di tecnologia è parlare di cosa significhi essere umani e quindi di quella nostra unica condizione tra libertà e responsabilità, cioè vuol dire parlare di etica», afferma il Papa nel suo discorso a Borgo Egnazia.
L’appello del Papa ai Grandi del G7 e a tutti noi è che è l’uomo che deve sempre decidere: «Di fronte ai prodigi delle macchine, che sembrano saper scegliere in maniera indipendente, dobbiamo aver ben chiaro che all’essere umano deve sempre rimanere la decisione, anche con i toni drammatici e urgenti con cui a volte questa si presenta nella nostra vita. Condanneremmo l’umanità a un futuro senza speranza, se sottraessimo alle persone la capacità di decidere su loro stesse e sulla loro vita condannandole a dipendere dalle scelte delle macchine», il monito di Francesco.
«L’intelligenza artificiale è una rivoluzione cognitivo industriale che contribuirà a un nuovo sistema sociale. AI potrebbe permettere una maggiore democratizzazione con un più rapido e diffuso accesso al sapere, come la possibilità di delegare alle macchine lavori usuranti, ma potrebbe portare con sé l’ingiustizia: tra nazioni ricche e in via di sviluppo, tra ceti sociali».
Riporta subito il tema all’attualità e a ciò che a Papa Francesco in questo momento è più a cuore, la pace. «In un dramma come quello dei conflitti armati è urgente ripensare lo sviluppo e l’utilizzo di dispositivi come le cosiddette ‘armi letali autonome’ per bandirne l’uso, cominciando già da un impegno fattivo e concreto per introdurre un sempre maggiore e significativo controllo umano. Nessuna macchina dovrebbe mai scegliere se togliere la vita ad un essere umano», ha sottolineato il Papa.
«Solo se sarà garantita la loro vocazione al servizio dell’umano, gli strumenti tecnologici riveleranno non solo la grandezza e la dignità unica dell’essere umano, ma anche il mandato che quest’ultimo ha ricevuto di ‘coltivare e custodire’ il pianeta e tutti i suoi abitanti. Parlare di tecnologia è parlare di cosa significhi essere umani e quindi di quella nostra unica condizione tra libertà e responsabilità, cioè vuol dire parlare di etica».
Il pontefice ricorda che per un buon utilizzo dell’intelligenza c’è bisogno della politica.
«La politica serve, è la forma più alta della carità e dell’amore. La grandezza della politica si mostra quando nei momenti difficili si opera pensando al bene comune».
«Riflessione su AI ci conduce alla considerazione importanza della sana politica per guardare con speranza e fiducia al nostro avvenire. Ci sono cose che devono essere cambiate, solo una sana politica potrebbe averne la guida. Su l’intelligenza artificiale spetta a ognuno farne buon uso e spetta alla politica che tale buon uso sia proficuo e rispettoso», conclude ribadendo il concetto della buona politica e dell’etica il Papa.