E’ arrivato, per qualcuno finalmente, per altri meno, il caldo e la stagione in cui, ormai non possiamo vivere senza aria condizionata. In ufficio, in macchina o in casa, purché ci sentiamo al riparo dalla calura estiva per trovare un po’ di sano refrigerio.
Negli ultimi anni, anche in Italia si è assistito a un incremento del numero di abitazioni dotate diaria condizionata, soprattutto nelle città più calde e nei mesi estivi. Questo aumento è dovuto sia all’aumento delle temperature medie, sia al miglioramento del tenore di vita che consente a più famiglie di installare sistemi di condizionamento, noti per essere grandi consumatori di energia e per riscaldare l’aria esterna, aggravando il problema del riscaldamento globale.
Alcune aziende hanno diffuso in commercio sistemi per rinfrescare l’aria in casa sprovvisti di motore esterno e materiale refrigerante. Consentirebbero di risparmiare spazio e di ridurre il consumo in bolletta.
Caeli Énergie, una start-up francese, ha trovato una soluzione al problema in grado di rivoluzionare il mercato dei climatizzatori grazie al suo approccio basato sul raffreddamento adiabatico a punto di rugiada. Questa tecnologia sfrutta l’evaporazione dell’acqua per ridurre la temperatura dell’aria, un metodo naturale che avviene quando l’acqua passa da liquido a gas, generando freschezza.
Il sistema, ideato da Rémi Pérony, co-fondatore e Ceo dell’azienda, è particolarmente efficace: l’aria espulsa all’esterno è infatti più fresca di quella aspirata, migliorando l’efficienza del raffreddamento man mano che la temperatura esterna aumenta.
Queste nuove tecnologie sono già in vendita e hanno un costo molto alto, ma stando a quanto dicono i venditori l’acquirente dovrebbe riuscire a rientrare nell’investimento dopo breve tempo.
Va segnalato, inoltre che l’acquisto di un climatizzatore con unità esterna potrebbe essere problematico per chi ha poco spazio, perché quest’ultima deve essere montata nel rispetto di alcuni parametri, pena l’obbligo di dover smantellare l’intero impianto.
Stando ai produttori dei nuovi sistemi, la soluzione senza componenti esterne garantirebbe anche un migliore impatto sull’ambiente: in assenza dell’unità esterna, nonché del refrigerante, infatti, si eviterebbe l’emissione di gas serra. Perché come è noto i condizionatori tradizionali prevedono dei motori esterni in modo da poter raccogliere l’aria dall’ambiente esterno e poterla trasformare con l’aiuto di un gas refrigerante in aria fredda utile a raffrescare gli ambienti.
Al tempo stesso, però, viene rilasciata nell’ambiente esterno aria calda che in molti casi presenta anche gli idrofluorocarburi (HFC), cioè dei potenti gas serra, presenti nel prodotto utilizzato come refrigerante. Questo stesso meccanismo tende a costare molto in bolletta.
Fra i vari sistemi messi a punto c’è quello di Caeli Énergie, che ha utilizzato un sistema chiamato refrigerazione adiabatica a punto di rugiada, con il quale viene sfruttato il principio per cui l’aria calda rilascia parte del suo calore per far evaporare l’acqua, abbassando così la propria temperatura. Per questo motivo tale sistema è conosciuto anche come refrigerazione evaporativa. Attraverso questo sistema, quindi, l’acqua viene fatta evaporare provocando il raffreddamento dell’aria. Il tutto provocherebbe un minor consumo di energia elettrica, visto che sarebbe necessaria solo per far convogliare l’aria verso il pannello evaporativo presente nell’impianto, per poi diffondere all’interno quella filtrata e di conseguenza più fresca.
I nuovi sistemi di refrigerazione non solo sono innovativi, ma è progettati per essere rispettoso dell’ambiente. Utilizzando materiali riciclati e facilmente riciclabili, e operando senza gas frigorigeni, riduce significativamente il proprio impatto ecologico. Il dispositivo consuma fino a cinque volte meno energia rispetto ai climatizzatori convenzionali e vanta una riduzione dell’impronta carbonica dell’80% lungo tutto il suo ciclo di vita. La potenza di raffreddamento si attesta sui 2 kW, con un coefficiente di prestazione (COP) quattro volte superiore a quello di un sistema tradizionale.
Per quanto riguarda l’ambiente e produzione di anidride carbonica dei condizionatori tradizionali, secondo Money.it, in una casa di dimensioni comprese tra 20 e 30 metri quadrati un condizionatore di classe energetica A+++ produce 78 grammi ogni ora di anidride carbonica. La produzione quasi raddoppia, arrivando a 132 grammi di anidride carbonica con un condizionatore di classe energetica B. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia a oggi da questa fonte di raffreddamento deriva la produzione di 4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, il 12% di quella totale.