Quando le scuole chiudono, oltre alla felicità degli alunni per il meritato riposo, iniziano altri problemi per i genitori che si devono affidare a strutture per gestire i propri figli in vacanza mentre loro continuano ad essere a lavoro.
La chiusura delle scuole, lo sappiamo, può diventare un problema non da poco per famiglie i cui entrambi i genitori lavorano a tempo pieno e non possono contare sul sostegno di una rete di parenti, tra cui i nonni. La situazione si aggrava ulteriormente quando il carico pesa solo sulle madri. Ed è per questo motivo che sono nati i centri estivi, una realtà ormai consolidata nel nostro Paese.
Strumenti talvolta indispensabili per gestire i propri figli durante l’estate, i centri estivi sono divenuti nel corso del tempo sempre più vasti e differenziati, fino a prevedere non solo attività ludiche o ricreative (giochi) ma anche di vero e proprio apprendimento (come suonare uno strumento musicale, imparare una lingua straniera, cimentarsi con il teatro etc.)..
Ma anche i centri estivi hanno un costo, che in alcuni casi può raggiungere (e superare) i 2mila euro. I dati più recenti e indicativi sono quelli elaborati da Adoc, Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori ed Eures – Ricerche economiche e sociali, che nell’estate scorsa hanno analizzato i costi medi dei centri estivi da Nord a Sud, con un focus su cinque città: Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari.
Secondo la ricerca di Adoc ed Eures, pubblicata a luglio 2023, il costo medio in Italia per una famiglia che decide di mandare i propri figli in un centro estivo privato è pari a 140,50 euro per una settimana ad orario pieno, mentre il prezzo scende a 95,80 euro se si opta per la mezza giornata.
Considerando che nel nostro Paese il periodo di chiusura delle scuole è di circa 12 settimane (rispetto alle 6/8 settimane in Germania, Francia e Regno Unito), e immaginando che una coppia di genitori, andando in ferie anche parzialmente sfalsate, riesca a coprire soltanto una parte di questo tempo, il costo medio che dovrebbe sostenere per il restante periodo di 8 settimane sarebbe pari a 1.124 euro. La spesa stimata arriva a circa 2.200 euro se si hanno due figli.
Non solo. Nell’ipotesi più realistica in cui una famiglia riesca ad iscrivere i propri bambini a un centro estivo per sole 5 settimane, il costo totale stimato da Adoc ed Eures è di 702 euro per il primo figlio, cui bisogna aggiungere altri 671 euro circa per ogni figlio aggiuntivo. La spesa totale è rilevante: 1.373 euro per una famiglia con due figli e 2.040 euro per una famiglia con tre figli.
Come emerge dall’indagine di Adoc ed Eures, differente è il caso dei centri estivi convenzionati: essi offrono infatti prezzi calmierati grazie ai fondi stanziati dai Comuni. I costi per le poche famiglie che riescono ad accedere ai bandi pubblici sono significativamente inferiori: ecco una stima.
Considerando il costo medio settimanale di un centro estivo convenzionato, che è pari a 50 euro, una famiglia con due bambini si troverebbe a sostenere una spesa di 782 euro per 8 settimane, così suddivisa: 400 euro per il primo figlio e 382 euro per il secondo, applicando il medesimo sconto del 4,5% dei centri privati e di 490 euro per 5 settimane.
Nel loro report, Adoc ed Eures hanno poi stimato i costi medi dei centri estivi da Nord a Sud. Nelle regioni settentrionali, la spesa media per una settimana in un centro estivo privato a tempo pieno è di 159 euro, mentre al Centro scende a 123 euro. Nelle regioni meridionali si riduce ulteriormente: 105 euro. E per la mezza giornata? 114 euro al Nord, 87 euro al Centro e 69 euro nel Mezzogiorno.
Dall’indagine emerge come Milano sia la città più cara: nel capoluogo lombardo il costo medio dei centri estivi privati si attesta a 207,07 euro a settimana per il tempo pieno e 163,10 euro per l’orario ridotto. A Bologna la spesa scende a 109,60 euro settimanali per l’orario pieno e a 86,50 euro per l’orario ridotto. A Roma il costo medio settimanale di un centro estivo privato con un orario pieno risulta pari a 123,10 euro, mentre scende a 87,50 euro per l’orario ridotto.
La situazione dei centri estivi nel Mezzogiorno, coerentemente al costo della vita inferiore, è vantaggiosa dal punto di vista economico, ma secondo Adoc ed Eures è tuttavia più carente sul fronte dell’offerta. A Napoli il costo medio per un centro estivo con orario pieno è pari a 105,30 euro a settimana, mentre scende a 76 euro per l’orario ridotto. A Bari, la spesa è di 100 euro a settimana con orario pieno e a 65,40 euro con orario ridotto.
Tornano intanto le scuole aperte anche d’estate. Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha firmato il decreto che mette in campo 400 milioni di euro per finanziare attività di inclusione, socialità e potenziamento delle competenze per il periodo estivo in cui vengono sospese le lezioni. Il provvedimento interessa gli anni scolastici 2023/24 e 2024/25 ed è destinato alle scuole primarie e secondarie statali e paritarie non commerciali.
Le risorse, 80 milioni di euro in più rispetto al progetto del precedente biennio, permetteranno di attivare percorsi che potranno riguardare, in base alle proposte delle scuole, tra 800mila e 1,3 milioni di studenti. Le ore aggiuntive di attività saranno circa 1,714 milioni. La platea dei destinatari e la durata dei percorsi potranno essere ulteriormente ampliate dalle scuole grazie ad accordi con enti locali, università, organizzazioni di volontariato e del terzo settore, associazioni sportive e le stesse famiglie.