La spesa al dettaglio è stata più debole del previsto a maggio poiché i consumatori hanno continuato a lottare con livelli di inflazione ostinatamente più elevati. In particolare le vendite sono aumentate solo dello 0,1%, un decimo di punto percentuale al di sotto della stima del Dow Jones, secondo il rapporto di martedì del Dipartimento del Commercio, corretto per la stagionalità ma non per l’inflazione. Tuttavia, il risultato è stato leggermente migliore rispetto al calo dello 0,2% rivisto al ribasso di aprile.
Su base annua le vendite sono aumentate del 2,3%.
Il numero delle vendite è stato peggiore se si escludono le automobili, con un calo dello 0,1% contro un aumento stimato dello 0,2%.
Il calo dei prezzi del gas ha contribuito a incidere negativamente sugli incassi delle stazioni di servizio, che hanno registrato un calo mensile del 2,%. Ciò è stato in qualche modo compensato da un aumento del 2,8% nei negozi di articoli sportivi, musica e libri. I punti vendita online hanno registrato un aumento dello 0,8%, mentre bar e ristoranti hanno registrato un calo dello 0,4%.
«Il rapporto sulle vendite al dettaglio di maggio ha disatteso le aspettative, riportando risultati modesti, anche se non necessariamente deboli. Questo rapporto potrebbe essere proprio quello che gli investitori e la Fed volevano vedere: un altro segno che la domanda si sta raffreddando, senza raggiungere temperature glaciali – ha commentato Bret Kenwell, US market analyst di eToro. – I numeri sulle vendite retail di maggio potrebbero quindi aver fatto centro. È difficile, infatti, sostenere che questo rapporto mostri una maggiore pressione inflazionistica sui prezzi, facendo eco ai recenti dati economici e sull’inflazione dell’ultimo mese. Da qui, l’attenzione degli investitori si sposterà probabilmente sul rapporto PCE di fine mese».