Non sembrano essere buone le prospettive disegnate dall’Istat nel suo rapporto “Noi Italia” che prevede un paese con più poveri, più donne disoccupate e la più alta percentuale di Neet (giovani che non lavorano e non studiano) in Europa.
Già nel 2022 2,18 milioni di famiglie pari a 5,6 milioni di individui erano considerato in fascia di povertà assoluta, un’impennata che l’analisi attribuisce all’inasprirsi dell’inflazione. Non andavano meglio le cose per i minori che in questa categoria contavano 1 milione 269 mila unità appartenenti a 720 mila famiglie. Fascia debole anche quella degli stranieri con 1 milione 700 mila. Persone. Come era facile prevedere, è ancora il Sud con l’11,2% a detenere il triste primato. Dalla parte opposta il Centro che conta solo il 6,4%. A poco serve il rialzo del tasso di disoccupazione che nel 2023 è salito al 66,3% per la fascia dai 20 ai 64 anni perché se si considerano le singole voci si nota che il 56,5% delle donne è occupato contro il 76% dei coetanei uomini.
Un gap che pone il BelPaese nell’ultima posizione in Euorpa, posizione che è peggiorata anche a causa delle miglior performance della Grecia che precedentemente era fanalino di coda. Da sottolineare anche la triste situazione dei Neet: il 16,1% della popolazione tra i 15 e i 29 anni vede il 17,8% di donne contro il il 14,4% degli uomini ed un sud che è ancora esempio negativo: il 24,7% contro il 11,2% del centro nord.