In Argentina l’attività economica risulta in calo del 5,1% nel primo trimestre. Tutta colpa del drastico programma di aggiustamento fiscale e di tagli alla spesa pubblica portato avanti dal governo ultraliberista di Javier Milei che ha avuto un duro impatto sulla crescita, secondo dati ufficiali. Si tratta della maggiore contrazione dal 2019, quando l’attività soffrì l’impatto di una crisi finanziaria che sfociò nell’accordo con il Fondo monetario internazionale per un prestito da 56 miliardi di dollari.
In particolare sul fronte della domanda, si legge nel documento pubblicato oggi dall’Istituto nazionale di statistica (Indec), la maggior contrazione si registra alla voce degli investimenti in beni capitali, che segna un -23,4% su anno; seguita dalla costruzione con un -19,7%; l’industria, con un -13,7%; i servizi finanziari, con un -13%; e l’agricoltura, con un -10,2%.
Il commercio mostra dati contrastanti: le esportazioni hanno segnato nel trimestre un incremento del 26,1% su base annua, mentre le importazioni hanno registrato un calo del 20,1%.